È arrivata la mini-stangata per 3 Italia, da parte dell’Agcom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) su una vertenza iniziata nel 2016. La sanzione riguarda la procedura unilaterale con la quale l’operatore aveva deciso la rimodulazione del 4G da opzione gratuita a modalità a pagamento.
L’infrazione non colpisce certo il prezzo, stabilito in 1 euro al mese, ma le modalità con cui a variazione è stata comunicata ai clienti e la poca trasparenza nella comunicazione. L‘Agcom si è anche concentrata sulla procedura vera e propria con la quale l’utente poteva decidere se mantenere l’opzione attiva o disattivarla. Anche in questo caso è emerso che non fosse a sufficienza chiaro per il consumatore la certezza di aver disattivato il servizio a pagamento.
E così si è arrivati alla sanzione di 580.000 euro che, se da un lato rappresenta una penalizzazione per 3 Italia, che, secondo l’Agcom ha commesso una “violazione .. che ha comportato un evidente vantaggio economico per la compagnia”. Come il solito, però, la multa sembra ridursi a un fastidioso solletico per un operatore con milioni di clienti e un’opzione che vale 1 euro a cliente.
Quale vantaggio abbia davvero portato a 3 Italia tale condotta scorretta è difficile se non impossibile da determinare. Ma l’ammontare delle multe dell’AgCom continuano ad apparire un piccolo buffetto per operatori che macinano milioni di euro al giorno.
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