5 falsi miti sul Dark Web 

Il dark web, sin dalla sua comparsa, ha esercitato un certo fascino tanto da entrare nell’immaginario di tutti come un luogo inaccessibile, frequentato solo da hacker esperti con intenti più o meno criminali. Ma quanto c’è di vero in questo? 

Sicuramente, viste le sue caratteristiche, questo spazio della rete è un luogo dove compiere reati può risultare più facile e questo grazie all’anonimato che è possibile mantenere durante l’accesso. Una delle attività che genera più denaro e che avviene proprio nella parte oscura di internet è lo scambio di dati rubati: nella prima metà del 2022 ci sono stati ben 780.000 gli alert rilevati in Italia concernenti il furto di dati personali (+44% rispetto al semestre precedente), fenomeno che invece registra un calo del -5% nell’open web.

Riferendoci alla situazione globale, l’Italia è al 14° posto per scambio di dati di carte di credito, classifica che vede come capolista gli USA seguiti da Russia e UK. Ma quanto valgono i nostri dati personali nel dark web? Come ci mostra questo studio condotto da ExpressVPN, le credenziali di una carta di credito europea varrebbero tra i 20 e i 30 dollari, fino ai dati di accesso ad un account crypto che possono valere anche 600 dollari.

Ecco che un’adeguata protezione in rete al fine di salvaguardare le nostre password e i nostri dettagli bancari appare quantomai necessaria. Tuttavia, non è corretto demonizzare il dark web. Ecco quindi 5 falsi miti da sfatare su di esso. 

1. Il dark web è una sottocategoria del deep web

Deep web e dark web sono spesso confusi tra loro o, addirittura, c’è la credenza che il dark sia una specie di sottoinsieme del deep: falso.

Con questi due termini, come spiega questo articolo di StudioSamo, ci si riferisce a due aspetti diversi del vastissimo mondo del web. Per farla semplice: quanto parliamo di deep web stiamo parlando di tutti quei contenuti presenti in rete che non sono indicizzati dai comuni motori di ricerca. Prendiamo come esempio i forum o siti che richiedono un account, dove è quindi necessario registrarsi con nome utente e password per potervi accedere.

Il Dark web è invece quell’insieme dei contenuti fruibili anche senza registrazione e che quindi sono pubblici. Tuttavia, tali contenuti presentano un indirizzo IP nascosto. Ciò significa che per potervi accedere non è necessario registrarsi, ma basta scaricare un browser apposito come Tor o I2P.

2. È impossibile o comunque illegale accedervi

       Sono tantissimi quelli che pensano che per poter accedere al dark web siano necessarie competenze da hacker: falso. Come già detto è necessario scaricare un browser adatto e il gioco è fatto.

Inoltre, è falsa anche la credenza che accedervi sia illegale: questo luogo della rete non solo è legale, ma è anche utilizzato da testate come il New York Times e da colossi dei social network. Anche Facebook, ad esempio, vi è presente.

3. Sul dark web si svolgono solo attività criminali

In questo angolo della rete si trovano solo criminali che vendono droga, armi e contenuti illegali: falso. Come già detto anche testate giornalistiche importanti sono presenti nel dark web. Esso viene utilizzato anche per scambiare informazioni sensibili in totale sicurezza.

Va poi reso noto che le vittime dei criminali informatici si trovano per lo più nell’open web ed è proprio lì che avvengono la maggior parte delle frodi su internet.

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Andrea Puchetti

Appassionato di tecnologia fin dalla nascita. Sempre in giro con mille gadget in tasca e pronto a non farsi sfuggire le novità del momento per poterle raccontare sui canali di Cellulare Magazine.