Dal 31 dicembre il Ministero della Salute ha deciso di mandare in pensione l’app Immuni, parte della Piattaforma unica nazionale per la gestione del Sistema di allerta Covid-19, che sarà anch’essa pensionata.
A partire da tale data Immuni non sarà più disponibile negli store di Apple, Google e Huawei e, sugli smartphone su cui la App è già stata installata, non funzionerà più per attivare e ricevere le notifiche di allerta di eventuale contatto stretto con altri utenti dell’app per le finalità del contact tracing digitale.
È una fine, triste, di una piattaforma che, in realtà non ha mai funzionato, di un’app costruita male, gestita peggio, spesso rotta e con una scarsa compatibilità di funzionamento con i diversi sistemi operativi.
Un sistema di tracciamento sul quale, fin dal suo lancio, avevamo espresso forti dubbi nonostante il quasi unanime plauso, anche di coloro che – conoscendo bene la tecnologia – qualche riflessione in più avrebbero dovuto produrla.
Il fallimento di Immuni
Tanto per cominciare, un’app che per funzionare correttamente ha la necessità di essere scaricata dal 70% del pubblico è un’app destinata a fallire. Neppure alcuni dei giochi di maggiore successo o dei software più utilizzati può infatti vantare percentuali così “bulgare”. Come pensare di raggiungere tale quota con un sistema di tracciamento, peraltro imperfetto fin dalla sua nascita?
Inoltre, la gestione, il sistema di allerta e il tracciamento post esito positivo sono sempre rimasti a livello di sperimentazione, le segnalazioni (già di per sè complesse) lasciate alla buona volontà dei singoli. Si stima che solo il 2% dei positivi al Covid abbia comunicato la propria positività, mentre l’app non è andata oltre il 28% dei download, meno di 1 italiano su 3. Impossibile solo pensare di realizzare un contact tracing efficace con un tale strumento.
Un fallimento che non è certo stato gratuito, perché fra realizzazione, campagna di comunicazione e promozione, e servizi di assistenza, sono stati spesi circa 700.000 euro.
Un capitolo dunque chiuso anche troppo tardi, visto che l’app era divenuta negli ultimi tempi solo un veicolo per scaricare il green pass, cosa che si poteva già fare dall’app IO.
Meglio voltare pagina e fare tesoro degli errori commessi e rottamare Immuni, un’app che non sarà certo rimpianta dai nostri smartphone.