Se Alexa avesse un corpo e potesse girare per casa, per strada e per il mondo, sarebbe ancora più smart. Potrebbe fare molte più attività ed eseguire mansioni molto più complesse. Se l’assistente digitale di Jeff Bezos fosse un robot, sarebbe, insomma, molto più capace e utile. Non è fantascienza, ma il pensiero di Rohit Prasad, ingegnere che in Amazon lavora agli algoritmi di machine learning di Alexa e che già nel 2017 venne riconosciuto come uno degli uomini più creativi del globo.
Smart assistant alla scoperta del mondo
Prasad, uno degli scienziati più importanti di Amazon, ha parlato di un ipotetico robot Alexa alla EmTech Digital AI Conference organizzata a San Francisco dal MIT Technology Review. Il guru dell’IA ha così insinuato l’idea che Amazon stia lavorando a un progetto del genere. Ma Prasad non ha confermato questa ipotesi. Si è limitato a dire che «l’unico modo per rendere gli smart assistant realmente smart è dargli gli occhi e lasciarli esplorare il mondo».
Robot dotati di intelligenza artificiale
Già ora diversi dispositivi che integrano Alexa sono dotati di telecamera e in un futuro non troppo lontano diventeranno molti di più, grazie alla crescita del mercato smart home. E se anche un robot dal corpo umanoide e dal cervello made in Amazon non dovesse mai vedere la luce, non vuol dire che quanto detto da Prasad non possa avere un senso e un futuro. Non è uno scenario del tutto fantascientifico quello in cui, pur non essendoci robot dotati di AI che girano per le nostre case o per le strade delle nostre città, potremo assistere alla nascita di una sorta di grande “corpo virtuale” per gli assistenti digitali.
Il futuro di Alexa
Quale sarà, quindi, l‘evoluzione in versione robot di Alexa? C’è da immaginarsi che lo sviluppo non si limiti a due occhi montati su un robot che deambula. Ma centinaia di migliaia, se non milioni, di telecamere fisse che riprendono il mondo reale e inviano tonnellate di GB di dati in tempo reale ai server di Amazon che potranno rendere più intelligenti gli smart assistant. Tutto ciò mentre altri milioni di sensori (di temperatura, di luminosità, di qualità dell’aria) e microfoni sparsi nel mondo inviano altri dati a un unico, grande, cervello artificiale centralizzato.