Avrebbe dovuto cambiare per sempre il mondo degli smartphone e invece è stato un flop senza precedenti. Stiamo parlando del Fire, lo smartphone di Amazon presentato in pompa magna da Jeff Bezos l’estate scorsa, che non è riuscito a fare breccia nel cuore dei consumatori. Tra i motivi del “disastro” anche alcune funzioni che nessuno ha mai capito, come ad esempio la “Dynamic Perspective”, tecnologia che avrebbe dovuto utilizzare le fotocamere frontali per catturare immagini in prospettiva con un effetto simile al 3D. Per non parlare del prezzo (649 dollari al lancio) e di Firefly, un software per il riconoscimento dei barcode più utile per chi vende (chi ha detto Amazon?) che per l’utente finale.
##BANNER_QUI##
Così, ironia della sorte, il nome Fire (in inglese significa fuoco ma vuol dire anche licenziare) si è rivelato profetico. Nelle ultime settimane Amazon ha lasciato a casa decine di ingegneri che lavorano al progetto all’interno del Lab126, il centro di sviluppo del colosso di Seattle nella Silicon Valley. Un colpo ferale per la divisione di ricerca e sviluppo che, da quando e’ stata fondata undici anni fa, non aveva subito tagli.