È stato un attacco hacker fra i più massicci e imponenti della storia di Internet. Ieri, a partire dalle 13,10 ora italiana, New York e la costa Est degli States è stata investita da una serie di ondate di cyberattacchi che hanno messo in ginocchio il traffico Web mondiale.
Attacco hacker: tre le fasi
Alla mattina (per New York), poi nel pomeriggio e, ancora, la sera. L’attacco hacker è stati portato a termine con la tecnica del Distributed Denial of Service. Un enorme richiesta di informazioni lanciate in contemporanea per saturare i server delle principali compagnie che gestiscono le richieste di DNS traducendole in chiamate per i vari siti. L’effetto ottenuto è la paralisi del servizio. E infatti, uno dopo l’altro, sono finiti down Twitter, eBay, Spotify e altri portali illustri. Ancora nella serata di ieri per lunghi periodi lo stesso PayPal non è stata raggiungibile dalla nostra redazione.
Rispetto al passato, non si tratta dunque di un attacco per carpire documenti, foto, informazioni o e-mail. Pur in attesa dei risultati delle inchieste per sapere da dove provenisse l’attacco, appare chiaro che si tratti di una operazione dimostrativa su larga scala. Un’operazione che, a due settimane dal voto Usa, instilla preoccupazione. Pensate se un tale attacco fosse messo in atto durante la notte elettorale, colpendo i numerosi database e sistemi informatici che gestiscono la conta elettorale. Gli Stati Uniti cadrebbero nel caos e nell’incertezza politica, nel buio informativo.
Attacco hacker: i responsabili
Già, l’incertezza, il caos. Proprio quello che un cyberattacco di questo genere ha nel mirino. Per il momento è difficile far luce sulle fonti dell’attacco. I media Usa sospettano senza mezzi termini la Russia di Putin o i Cinesi. Ma è troppo presto per trarre conclusioni. In un tweet di WikiLeaks, si legge un invito ai seguaci di Assange di “smettere di spegnere internet negli Usa“, una frase che potrebbe confermare l’implicazione della stessa Wikileaks nell’affaire.
Il Dipartimento di Sicurezza Usa promette risposte pronte. E questa volta la risposta dovrà per forza essere pronta. Per non arrivare alla fatidica data dell’Election Day con l’angoscia della paralisi informatica di un nuovo attacco hacker.