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Apple banna Facebook e ammonisce Google. Ecco cosa è successo…

Facebook e Google sono al centro di una nuova controversia che, per certi versi, ha molte affinità. Tutto comincia con una denuncia del portale TechCrunch che, martedì scorso, ha accusato il re dei social network di pagare alcuni suoi utenti 20 dollari al mese per scaricare un’app in grado di raccogliere numerose informazioni sui loro telefoni.

Il programma – soprannominato Facebook Research – è finito sotto accusa per diversi motivi: innanzitutto si rivolgeva in modo esplicito ai giovani dai 13 ai 25 anni ma, soprattutto, violava la policy dellApple Developer Enterprise Program che permette di creare e distribuire app iOS aziendali proprietarie per uso interno. Facebook, al contrario di quanto riportato in molti articoli, non ha ritirato l’app ma è stata Apple a bloccarla, revocandone i certifiati. E a poco è valsa la spiegazione di Facebook che ha sottolineato come l’intento dell’app fosse chiaro e che non si rubassero o spiassero dati con alcun sotterfugio. Apple, giustamente, ha replicato che lo scopo del suo programma era distribuire alcune app all’interno delle aziende che Facebook ha illecitamente utilizzato per prelevare informazioni sui suoi consumatori. Una cosa ben diversa e lesiva della policy di Apple.

Non bastasse, nella serata di ieri anche Google è stata coinvolta in un simile episodio. Google infatti possiede un’app simile dal 2012. Si chiama Screenwise Meter e consente agli utenti di vincere gift card in cambio dell’accesso al proprio traffico e ai propri dati. Anche tale app – per motivi simili – viola le policy dell’Apple Developer Enterprise Program. Google si è pubblicamente scusata, ha dichiarato che far girare quest’app sui dispositivi di Apple è stato un errore e l’ha subito disabilitata dai dispositivi iPhone.

Rispetto a Facebook, il comportamente di Google appare tuttavia più trasparente sia per la chiarezza con la quale viene spiegato come funziona il programma sia per l’informativa su come vengono raccolti i dati. Google, inoltre, offre anche una “modalità ospite” che consente agli utenti di mettere temporaneamente in pausa la raccolta dei dati, in particolare a utilizzare il dispositivo è una persona di età inferiore ai 13 anni.