Serve l’innovazione sugli iPhone? Precisiamo meglio: è davvero necessario portare evoluzioni sostanziali alle funzioni per vendere il telefono più glamour, desiderato e conosciuto? Sì, serve. Altrimenti diventa poco appetibile anche un oggetto che si pone come sinonimo di un segmento e che ha cambiato il modo di usare il cellulare. Non si può rimanere fermi sul già noto, su piccoli passi. Serve il grande step avanti. Questa sembra la filosofia che ha animato Apple nel prepare un evento storico. 10 anni di iPhone: nel 2007 Steve Jobs svelava il primo Melafonino; il 7 settembre 2016 l’erede Tim Cook presenta iPhone 7. Due iPhone, come da tradizione, non tre: tradizionale e Plus. Questa volta differenti, non solo l’uno il fratello minore dell’altro. La differenza è visibile sul retro: singola fotocamera da 12 Megapixel per iPhone 7; doppio sensore da 12 Mpixel (uno wide angle e uno telephoto) per iPhone 7 Plus.
iPhone 7 come da copione
Tutto come da copione ma solo nell’estetica. Nella può più essere nascosto di questi tempi, con il Web ovunque e un miliardo di iPhone in giro per il mondo pronti a fotografare e condividere gli scatti rubati. Con il nuovo Melafonino sarà ancora più semplice e di qualità: il processore dedicato all’elaborazione dell’immagine attua oltre 100 milardi di operazioni in 25 ms; il doppio occhio posteriore del Plus somma le informazioni standard con una serie di altre, tra cui quelle relative alla profondità che permette di attuare lo zoom ottico 2x (digitale 10x). Risultato: negli scatti mostrati in anteprima da Apple sul palcoscenico l’azienda si è concentrata sulla separazione dei colori, la precisone dello scatto, la perfezione dello sfondo e i dettagli di qualità; noi abbiamo visto finalmente immagini “profonde”. Nelle foto da cellulare lo scenario sembra piatto, ogni oggetto appiccicato sull’altro. Nelle fotografie viste in diretta i vari livelli erano separati. Sono due gli elementi interessanti: da una parte la società di Cupertino ha realizzato tutto in casa, sviluppando un reparto fotografico di nuova concezione senza affidarsi a partnership; dall’altra arriva la certificazione che la doppia ottica posteriore è il nuovo terreno di confronto del mobile imaging. A onor del vero è stata Huawei a portare sul mercato in modo strutturato e maturo questo concetto di fotografia. Apple arriva seconda con un impianto proprietario che si propone di soddisfare le aspettative dei fotografi: non già un sostituto della reflex, precisano dal palco, ma un dispositivo capace di foto soddisfacenti anche agli occhi dei professionisti. Rimandiamo alla prova dei fatti ogni commento.
Tornare a parlare ai consumatori
In ogni caso l’essenza di Apple è una sola e guida tutta la presentazione: rinnovare per tornare a parlare un linguaggio in sintonia con i consumatori. Bando alle ciance. Il ritorno al futuro avviene su tre fasi. Innanzi tutto mantenendo il tasto Home ampliandone lo spettro d’azione. Sono aumentate le funzioni comandabili dal pulsante fisico che diventa con feedback tattile, quindi attivo nell’interagire con il consumatore con vibrazioni. Poi c’è il design che adotta la grammatica del primo modello ma la attualizza con materiali, lavorazione, dimensioni e finitura di livello luxury. Infine la resistenza: Apple dice che è il più potente iPhone mai presentato. Ovvio, è il più recente. Di certo per noi è il più completo iPhone mai presentato, perché riassume tutto ciò che si chiede a uno smartphone oggi. E, poi, è anche il più subacqueo smartphone di tutti i tempi. Finalmente. La scocca è certificata IP67, quindi resiste alla polvere e a immersioni in acqua (dolce) fino a un metro. Ecco, sul palco si è vista la foto di un utente tuffarsi in piscina con l’iPhone 7. Divertite pure a sperimentare ciò con il vostro futuro settimo Melafonino; per quanto ci riguarda ci basta sapere che con il nostro non abbiamo nulla da temere quando ci si lava le mani, piove, si rovesca un bicchiere sul telefono e così via.
Jack è morto, anzi no…
Ma arriviamo alle questioni più dibattute. Il processore A10 Fusion di iPhone 7 è stato migliorato ulteriomente. Più veloce (+40% rispetto all’A9), più risparmioso (la batteria dura almeno 2 ore in più del vecchio iPhone 6s) e più potente graficamente. La versione che anima il 7 ha quattro core ma la Cpu può arrivare a sei core: sarà quella per i nuovi iPad? Il display rimane invariato come dimensione e risoluzione ma è più luminoso, ha un contrasto migliore e colori più profondi. La memoria integrata arriva a 256 GB. Gli speaker sono stereo. Accidenti, l’audio. Argomento spinoso sul nuovo iPhone perché come previsto scompare il jack da 3,5 mm. Cioè, scompare e non scompare. Non è integrato su telefono ma è previsto l’adattatore Lightening-jack nella confezione. Questo è il primo passo per portare tutto sulla porta proprietaria di Apple. L’operazione divide e ha già diviso le opinioni di utenti ed esperti del settore ma è interessante. Quantomeno va letta nell’ottica di migliorare la resa acustica sui dispositivi mobili, uno degli aspetti colpevolmente lasciati in secondo piano dalla maggior parte dei brand di smartphone. L’audio non è nè un optional nè una commodity: è un elemento di soddisfazione e coinvolgimento sensoriale dell’utente. È parte essenziale nell’esperienza di utilizzo dei telefonini. Sarebbe utile che l’intento di Apple, per quanto legittimamente criticabile, sia da spunto per portare rinnovamenti anche sui modelli Android in tema di qualità acustica. Certo poi andrebbe detto che gli AirPods Bluetooth indossati senza fili sono ben poco eleganti ma faranno sicuramente tendenza. Il tutto sarà affidato a iOS 10 (scaricabile sui modelli in commercio dal 13 settembre) mentre gli iPhone 7 sono ordinabili da 9 settembre e in consegna dal 16 settembre.
Watch e Mario
Tutto qui? No. La presentazione dei nuovi iPhone 7 è stata preceduta da alcuni annunci big. Intanto l’arrivo di SuperMario su iOS, segno dei tempi. E poi è stata svelata la seconda edizione di Apple Watch. In sintesi: resistenza all’acqua fino a 50 metri, Gps, display due volte più luminoso, processore dual core e watchOS 3. Va da sè che la cassa è stata ulteriormente perfezionata, che è aumentato il numero e la varietà dei cinturini e che sono aumentate le funzioni e le app integrate con iPhone. Nuovo è l’impegno di Apple sul fronte fitness, con la versione Nike del Watch seconda serie.
(Ri)evoluzione
L’azienda coglie al volo i mercati in rapida espansione, ancora una volta. Pur non essendo la prima, riesce a mettersi in opera per cogliere l’onda. Così ha fatto in passato; così rimane invariata la sua capacità. La sintesi di una tranquilla serata di novità è un po’ questa. Il backbeat di Apple non cambia. Si rinnova dando continuità. Basterà per conquistare e riconquistare i consumatori? Considerando che la parte più in vista di un telefonino è quella posteriore, utile per farsi riconoscere quando si telefona e lo si impugna, Apple ha fatto sostanziali rinnovamenti in questo senso. Quindi è stata mantenuta la promessa di novità evidente e percepibile a occhio nudo. Non c’è la tanto attesa rivoluzione. Ma una ri-evoluzione, cioé è stato creato un nuovo punto di partenza dopo il 6s.