Vendite iPhone

Apple: le vendite di iPhone sono calate nel Q1 2017

Nel corso della notte, Apple ha pubblicato i risultati trimestrali dichiarando di aver venduto 50,8 milioni di iPhone negli ultimi tre mesi, in calo rispetto ai 51,2 milioni venduti nello stesso trimestre dell’anno precedente.

Proprio un anno fa Apple ha segnalato il primo calo nelle vendite dei suoi gioielli. Un calo poi continuato nei due trimestri successivi tanto da far segnare un 2016 in rosso come non si vedeva dal 2001. Solo a dicembre Cupertino è riuscita ad arginare i valori negativi grazie alla forte domanda di iPhone 7 Plus.

Nonostante questo le vendite complessive di Apple per il trimestre chiuso a marzo sono salite a 52,9 miliardi di dollari dai 50,6 miliardi dell’anno precedente. “Stiamo vedendo ciò che riteniamo sia una pausa negli acquisti di iPhone, che riteniamo siano dovuti alle precedenti e molto più frequenti relazioni sui futuri iPhone”, ha dichiarato Tim Cook, CEO di Apple, in una conferenza telefonica con gli analisti. Il calo delle vendite a sorpresa ha spinto in basso del 2% i titoli.

A fronte dei guadagni, alcuni analisti hanno suggerito agli utenti di tenere d’occhio l’acquisto dei nuovi iPhone in vista del nuovo modello: “Sembra che gli utenti di Apple stiano mantenendo un iPhone senza lasciare l’ecosistema”, ha commentato Steven Milunovich, analista di UBS.

Per tre anni il design del melafonino è rimasto per lo più invariato, evitando aggiornami di qualsiasi tipo. Tuttavia, il prossimo modello di iPhone sarà il decimo e si dice che avrà molte inedite funzioni; dalla ricarica wireless a uno schermo curvo Amoled senza cornici.

iPad e Apple Watch: numeri e futuro

Le vendite di iPhone non sono l’unico punto critico per l’azienda. Apple ha venduto solo 9 milioni di iPad nel trimestre in questione, in calo del 13% rispetto all’anno precedente.

Con due dei suoi prodotti hardware più maturi in declino, Cook ha richiamato l’attenzione sugli smartwatch di Apple, sui prodotti Beats e sulle cuffie AirPod dichiarando che se questi fossero venduti da un’azienda esterna farebbero già parte della “Fortune 500”.