Una giungla, ecco quello che è diventato il panorama mondiale degli smartwatch dopo un timido inizio, qualche anno fa. In principio era il Pebble, poi una pletora di dispositivi ad abbellire i polsi dei geek più estremisti, prima che scendesse in campo l’asso pigliatutto Apple.
Ecco quindi arrivato sua Maestà Apple Watch che, sebbene non abbia (ancora) convinto del tutto gli esperti del settore, ha decisamente sedotto il mercato, risultando il dispositivo da polso più venduto del momento. Quello che Pebble e Android hanno fatto in diversi mesi con i loro dispositivi, il colosso di Cupertino l’ha fatto in pochi giorni, mettendo in campo un oggetto qualitativamente ineccepibile per materiali e costruzione ma con caratteristiche hardware e software che lo fanno quasi sembrare una versione beta.
Disponibile in 3 versioni: Sport, Watch tout court e Edition in oro, la cassa può essere da 38 o 42 mm., mentre le caratteristiche di funzionamento sono assolutamente identiche, a prescindere dai materiali utilizzati per il corpo e per i cinturini.
Animati dal sistema operativo WatchOS, a settembre arriverà il watchOS 2, la versione con cassa da 38 mm. ha dimensioni di 3,86×3,32×1,04 cm. con un peso di 40 grammi (24,9 grammi per la versione Sport e 55 grammi per la Edition) e un display OLED di tipo touch screen da 1,32” con risoluzione di 272 x 340 pixel (290 ppi).
La versione con cassa da 42 mm. ha invece dimensioni di 4,19×3,58×1,04 cm. con un peso di 49,90 grammi (30 grammi per la versione Sport e 68,88 grammi per la Edition) e un display OLED di tipo touch screen da 1,5” con risoluzione di 312 x 390 pixel (302 ppi).
Per entrambi sono presenti la connettività Bluetooth 4.0 e quella Wi-Fi b/g/n (solo 2,4 GHz), una memoria interna di 8 GB. La batteria è di 205 mAh per il modello da 38 mm. e da 246 mAh per la versione da 42 mm.: in entrambi i casi l’autonomia è di 18 ore con ricarica magnetica a induzione.