Apple Watch: prezzi più alti per l’Italia

Dopo un lancio iniziale in alcuni paesi selezionati, Apple Watch è da oggi disponibile anche in Italia. Lo smartwatch si propone come un prodotto inedito nella gamma della mela morsicata e considerato dal CEO Tim Cook come “Il dispositivo più personale mai realizzato nella storia dell’azienda”. Rispetto alla concorrenza basata su Android Wear, arrivata circa un anno fa sul mercato, il Watch parte da un prezzo di 419 euro: 170 euro in più del Moto 360 e 70 euro dall’ultimo LG Watch Urbane.

Apple Watch è poi acquistabile in tre diverse versioni: “Watch” da 669 euro con cassa in acciaio, cinturini in pelle, acciaio o fluoroelastomero, un materiale gommoso simile al silicone, “Sport” da 419 euro con cassa in alluminio e cinturino fluoroelastomero. Infine, per i più esigenti c’è la versione “Edition” da 11.200 euro con cassa in oro e cinturino a scelta. Sono poi due le grandezze della cassa: 38 mm e 42 mm, la prima dimensione è pensata per i polsi delle signorine mentre la seconda è più adatta agli uomini. Il modello più caro è invece quello d’oro 18 carati con cinturino Modern rosso: ci vorranno infatti 18.400 euro per portarselo a casa. Altro che Rolex…

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Nota curiosa, i prezzi italiani sono più alti di quelli francesi e tedeschi. Abbiamo registrato infatti un aumento di circa 20 euro per le versioni “low cost” salvo arrivare ai 400 euro in più del modello più costoso. Le cause sono da imputare alla tassa Franceschini, il pegno che dal 2014 colpisce tutti i dispositivi hi-tech dotati di memoria interna a titolo di indennizzo forfettario per la concessione della riproduzione privata di opere musicali e audiovisive scaricate dal internet e protette da diritti d’autore.

Forte della propria posizione dominante, Apple si rivela quindi la meno interessata al posizionamento rispetto ad altri produttori che, pur di mantenere un prezzo finale allettante anche dal punto di vista psicologico, si sobbarcano le tasse italiane.

Vi lasciamo ora in compagnia della nostra videoanteprima a cura di Mauro Fabbri:

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Postato in Senza categoria

Raffaele Pozzi