Capacità di sicurezza, AI e DSP. Sono queste le tre principali sfide del decennio secondo ARM che, dopo aver introdotto nel 2021 il progetto ArmV8, ha annunciato la sua nuova architettura Armv9 per i processori del futuro. Questo nuovo design è basato su Arch64, la prima architettura a 64 bit di ARM ma beneficia di un numero sufficiente di nuove estensioni per giustificare un cambiamento nella nomenclatura.
Tuttavia, rimane il passaggio dalla tecnologia ARM NEON alla SVE2 (Scalable Vector Extension di seconda generazione). Questo cambiamento, preannunciato nell’autunno del 2020, dovrebbe aumentare la capacità dei prossimi chip ARM in DSP, IA, oltre che in crittografia, aumentando al contempo le loro prestazioni di elaborazione.
Smartphone e supercomputer
Se questa promettente transizione era stata finora tentata solo su alcune CPU (come il Fujitsu A64FX, che alimenta il supercomputer giapponese Fukagu, numero uno al mondo), non è un caso: la prima versione della tecnologia SVE, lanciata nel 2016, era basato anche su unità di calcolo SIMD e non consentiva una versatilità così pronunciata come quella offerta dalla tecnologia NEON all’epoca.
Come spiega AnandTech, rispetto al NEON, SVE/SVE2 incorpora nuove funzionalità SIMD, ma beneficia anche e soprattutto di un operatore di dimensioni variabile che va da 128 a 2048 bit. Un vantaggio di cui gli sviluppatori dovrebbero essere rapidamente in grado di trarne beneficio: SVE2 consentirà loro, in breve, di compilare il proprio codice solo una volta per una maggiore flessibilità.
Un aumento del 30%
ARM promette che con Armv9, le sue prossime due generazioni di core mobili, “Matterhorn” e “Makalu”, svilupperanno ciascuna un CPI generazionale superiore al 14% per un aumento totale di quasi il 30% attraverso queste due generazioni. ARM specifica inoltre che questa cifra viene calcolata senza tenere conto delle frequenze che verranno applicate ai chip prodotti dai produttori di SoC (a cui ARM vende le sue licenze). Il consumatore finale potrebbe quindi beneficiare di un aumento più notevole delle prestazioni.
Per quanto riguarda la GPU, ARM ha anche discusso del futuro delle sue iGPU Mali, che sfrutteranno anche Armv9 per guadagnare capacità. L’azienda spiega che andrà a lavorare sull’implementazione del Variable Rate Shading (VRS), ma anche e soprattutto del ray tracing. In altre parole, i giochi per dispositivi mobili dovrebbero diventare ancora più fluidi e visivamente accattivanti grazie ai prossimi SoC su tecnologie ARM.
Resta da vedere quando arrivano le soluzioni di prossima generazione con architettura Armv9. Ora come ora la deadline è fissata a fine 2022.