L’effetto a catena provocato dal blocco commerciale imposto dagli Stati Uniti non si ferma.
Dopo Google anche ARM ha inviato una nota ai dipendenti per terminare “tutti i contratti attivi, il supporto e ogni eventuale impegno in sospeso” con Huawei.
ARM ha dichiarato ufficialmente che rispetterà gli obblighi vigenti imposti dalla nuova legislazione emanata dall’esecutivo di Trump. La stessa Huawei ha pubblicato una nota ufficiale sulla situazione.
La tecnologia ARM è alla base della maggior parte dei chipset per i dispositivi mobili e senza di essa Huawei non sarebbe in grado di sviluppare i propri chip.
Si tratta dunque di un ulteriore duro colpo per il produttore cinese, descritto da un analista come “insormontabile”.
Gli Stati Uniti hanno inserito Huawei nella Entity List, ossia nell’elenco delle società con le quali le imprese americane non sono autorizzate a negoziare.
Ieri, tuttavia, il governo americano ha sospeso il divieto per 90 giorni per consentire a Huawei di accedere provvisoriamente a beni e servizi prodotti in America.
Una mossa letta da alcuni osservatori come uno spiraglio per intavolare una trattativa diplomatica ed evitare così il blocco totale delle forniture che, stante l’attuale situazione, interverrebbe a partire dal 19 agosto.