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Quattro ragioni per le quali le azioni di Apple vanno giù

C’era una volta Apple regina di Wall Street. La casa della mela morsicata è stata la prima compagnia statunitense ad aver raggiunto un valore di mercato di un trilione di dollari, grazie a prodotti di tendenza che le hanno permesso di ottenere enormi guadagni, raggiungendo fatturati di valore più grande dell’economia di molti Paesi del mondo e potendo contare su consumatori leali e affezionati, pronti a tutto per mettersi in tasca un suo dispositivo.

Ma nelle ultime settimane, l’azienda californiana ha perso molto terreno in Borsa.

Il prezzo delle sue azioni è crollato di oltre il 20% da ottobre, trascinando altri titoli al ribasso e contaminando in modo negativo un’ampia fetta di mercato. Apple è ora scambiata al di sotto dei 180 dollari. Cosa sta succedendo? E perché Cupertino ha perso la brillantezza dei mesi precedenti?

La britannica BBC ha cercato di ricostruire le cause di questa caduta e le ha riassunte in quattro principali problematiche.

1. Gli investitori sono preoccupati per le vendite di iPhone.

A settembre Apple ha presentato una nuova line-up di prodotti, ma è poco chiaro se l’hype che questa ha generato si stia davvero traducendo in vendite.

Il numero di prodotti consegnati da Apple è stato relativamente piatto nell’ultimo trimestre e le previsioni della compagnia di accrescere i ricavi anno su anno per le festività natalizie dello 0-5% hanno fortemente deluso gli investitori, innescando una rapida svendita delle azioni .

I recenti annunci di tagli alla produzione da parte di alcuni dei fornitori dell’azienda – come Lumentum o Foxconn – hanno aumentato l’ansia, anche se tali misure sono notoriamente difficili da interpretare. Inoltre, la comunicazione che Apple non dichiarerà più quanti iPhone, iPad e altri prodotti verranno venduti ogni trimestre, è apparsa intempestiva e ha sollevato il sospetto che si stia nascondendo qualcosa.

“Questa decisione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ha dichiarato Daniel Ives, amministratore delegato di Wedbush Securities.

2 – Apple: prezzi elevati ed economia debole

Negli ultimi anni, Apple ha reagito al rallentamento delle vendite di smartphone aumentando i prezzi, una mossa che ha aiutato la società a registrare ricavi record, anche se l’industria in generale ha continuato la sua fase di contrazione.

Tuttavia, si attende che sia la crescita globale sia quella americana rallentino e i recenti dati sulla spesa dei consumatori rimangono contrastanti. Apple ha fissato a 750 dollari il prezzo del suo nuovo iPhone più economico, un azzardo nel caso il rallentamento si verifichi. E le previsioni di vendita dell’azienda californiana non hanno fatto altro che aumentare il clima di preoccupazione.

“Chiaramente la tendenza ad alzare il prezzo medio di vendita non può continuare per sempre”, ha affermato Angelo Zino, analista di CFRA. “Penso che la vera preoccupazione per gli investitori sia quanto a lungo si possa andare avanti con tale strategia”.

3- Gli investitori non hanno (ancora) fiducia nei servizi di Apple.

Apple ha identificato nei servizi – che includono prodotti come ApplePay, Apple Music e App Store –  il suo principale fattore di crescita. L’obiettivo è di ricavare 50 miliardi di dollari con i servizi entro il 2020, attingendo all’ampia base di utenti.

Ma gli investitori non ne sono del tutto convinti. Ad esempio, Apple non ha illustrato i piani per la Tv e i film e anche gli obiettivi di penetrazione del settore “salute” rimangono oscuri.
Gli analisti dovranno adattarsi a un business guidato da pagamenti più piccoli e regolari, in luogo dei grandi successi ottenuti in passato con l’hardware, ha affermato Carolina Milanesi analista di Creative Strategies. La Milanesi ritiene, tuttavia, che le preoccupazioni siano premature.

“Se sapessimo che le vendite degli iPhone sono piatte o inferiori, e non ci fosse in vista nulla per compensarle,  ovviamente ci sarebbero motivi di preoccupazione. Ma ritengo sia troppo presto per affermarlo”.

“Tra un anno, se non vedremo l’attività dei servizi prendere quota secondo le attese, allora le preoccupazioni diventerebbero legittime”.

4 – Apple riflette le più ampie preoccupazioni del mercato, come le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.

Il settore della tecnologia nel complesso è stato duramente colpito nelle ultime settimane, con gli investitori intenti a fuggire da un settore che aveva guidato i guadagni del mercato all’inizio dell’anno.

Tuttavia, fino al 1 novembre, data in cui Apple ha fornito le ultime notizie agli investitori, la turbolenza si era mantenuta sotto controllo.
Ora il produttore degli iPhone è stato contagiato anche da ulteriori timori del mercato: fra questi le previsioni rivelatesi eccessivamente ottimistiche, l’aumento dei tassi di interesse, le fluttuazioni valutarie e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.

La Cina, in particolare, è un rischio a cui molti stanno guardando e rappresenta una grande incognita per Apple. Infatti, la regione della Grande Cina, che comprende Hong Kong e Taiwan, è fonte di circa il 20% delle entrate dell’azienda californiana.

“È sicuramente un periodo tosto”, ha affermato Ives il quale rimane ottimista però sulle fortune di Apple a lungo termine.

“Questo ciclo di prodotto (i nuovi iPhone Xs, Xs Max e Xr, n.d.r.) non sembra funzionare come sperato”, ha detto. “Ma non vedo un grande cambiamento nella storia di Apple se guardiamo ai prossimi due, tre, quattro anni”.