Passato il ciclone del Black Friday e in attesa degli ultimi fuochi del Cyber Monday, si possono stilare i primi bilanci su una giornata che, anno dopo anno, sta diventando sempre più popolare sia fra i consumatori sia fra i commercianti, on-line e fisici.
Come detto, i dati definitivi arriveranno nelle prossime ore, ma qualche idea su cosa sia stato questo Black Friday ce la siamo fatta. Confusionario, per dirla con un eufemismo. Un bombardamento di offerte senza precedenti che ha interessato tutti i settori, dalla tecnologia al fashion passando per compagnie aeree, profumi e agenzie viaggio.
In presenza di un numero così alto di offerte è spesso difficile, se non impossibile, capire se si stia acquistando l’occasione della nostra vita o un prodotto che l’esercente non era riuscito a vendere neppure durante gli ultimi saldi. E se per certi settori un po’ di esperienza, una buona memoria e l’aiuto di app ben strutturate sono in grado di fornirci in tempo reale la storicità del prezzo, in molti segmenti merceologici questo esercizio non è ripetibile.
Gli istituti di analisi hanno previsto un aumento degli acquisti vicini al 20%. Qualche dato ancora non aggregato proveniente dalla diverse regioni italiane sembra confermare il trend. Il Black Friday è entrato nella testa degli italiani tanto che, nella giornata di venerdì, alcune delle principali arterie stradali in prossimità dei grandi centri commerciali, sono state bloccate dal traffico di chi voleva essere il primo a mettersi in tasca l’occasione della vita.
Noi, che il Black Friday lo abbiamo analizzato per lavoro, alla ricerca di offerte da proporre ai nostri lettori, lo abbiamo trovato poco entusiasmante. Qualche pepita d’oro, fra i tanti sassi, c’era, ma sommersa fra una montagna di articoli da smaltire, prossimi al phase out, o promo troppo simili a quelle del giorno prima o del giorno dopo. Su tutto è emersa la difficoltà di distinguere il buono da tutto il resto.
Il dato interessante da analizzare nei prossimi giorni non sarà solo quello del volume di acquisti realizzato in un giorno o in una settimana particolarmente calda nelle vendite; più serio e corretto sarà cercare di capire lo sconto medio con il quale si è acquistato, sconto che alcuni istituti di analisi collocano mediamente ben sotto il 10%. Mestiere complicato e improbo, ma fondamentale.
Infine, c’è la questione Natale. Il periodo festivo, un tempo caratterizzato da una massiccia corsa ai regali, piange da molti anni, cannibalizzato quasi totalmente dal Black Friday. E anche nel 2019 non sembra sarà diverso.
La domanda finale però è la seguente: davvero, in un contesto di promozionalità ormai permanente, si può davvero pensare che il Black Friday possa ancora costituire un’occasione per acquistare a prezzi scontati (e convenienti)? Negli ultimi tre mesi, quasi tutti i weekend hanno visto le principali insegne (e non solo quelle di elettronica di consumo) strillare sconti oltre il 20% (per la serie l’Iva la paghiamo noi).
È seriamente pensabile si possa fare di più?