Se andate a spulciarvi la normativa vigente sulla bolletta, scoprirete che non esiste un corpus omogeneo e coerente sui contenuti espressi. È un puzzle di leggi e regolamenti che vanno a comporre un quadro sintetico di riferimento, emendabile ed espandibile a piacere. Questo dà libero sfogo alla creatività dei fornitori del servizio di applicare una serie di costi aggiuntivi. Per esempio, chi vi scrive ha ricevuto in questi giorni una serie di bollette davvero fantasiose. Tali e tante da chiedersi come mai in Italia non si sia provveduto a normare in modo rigido questo tipo di documenti. Peraltro diffusamente utilizzati per aggiungere piccoli costi (1, 2 o 5 euro) fastidiosi ma utilissimi. Un esempio: il contatore è già installato da ben 7 anni nell’abitazione, perché ho 8,85 euro di spese “per il trasporto e la gestione del contatore”? A cui si sommano una serie di altri piccoli oneri tali da raggiungere 37 euro tonde. Poi va sommato il nuovo arrivato canone, la bolletta arriva a 117 euro. Spacchettando: 100 euro di spese extra; 17 euro di “materia energia”.
Il costo effettivo, questo sconosciuto
Cambiamo settore. Arriviamo nel nostro. La telefonia mobile. Dunque, è divertente ritrovare su 43,68 euro ben 5 euro “una tantum” afferente a questa dicitura: addebito costi di recupero per morosità. Ma morosità di cosa? L’addebito avviene su carta di credito. In che modo si può generare morosità? Mi state dicendo che il gestore della mia carta di credito paga in ritardo le bollette addebitate? Ottimo, mi certificate la possibilità di un ricorso per servizio deficitario. Poi ci sono 1,35 euro di costi e oneri di spedizione e incasso. Evidentemente l’addebito avviene manualmente da parte di un addetto e non in automatico, altrimenti non si capisce questo riversamento di costi che non dovrebbe esserci. Mi state dicendo che non è una transazione diretta tra il gestore telefonico e quello della carta di credito (la quale a sua volta mi addebita dei costi di gestione dell’operazione…).
A rischio la fedeltà
Sono piccoli esempi di una mala gestione del documento che maggiormente incide sul rapporto di fiducia e fidelizzazione con il consumatore. Proprio questo tipo di atteggiamenti è deleterio e va a detrimento dell’affidabilità percepita da parte degli utenti. Così non ci si può lamentare se in Italia le Sim prepagate sono la maggioranza. Ogni addebito può essere controllato, ci si sente più sicuri e protetti da enti a cui si attribuisce scarsa fiducia. In bolletta è tutto aleatorio. Si trema ogni volta che si apre la busta; la roulette dei costi potrebbe andare pesantemente a nostro svantaggio. Per non parlare poi quando si rimane appesi ad addebiti extra post bolletta. Chi vi scrive si è trovato di recente in questa situazione. Per un errore di calcolo, il gestore telefonico ha rilevato costi aggiuntivi per 37 euro su una bolletta già emessa. Ma, invece di inviare la richiesta di pagamento o addebitare quanto previsto sulla prima bolletta raggiungibile, ha provveduto a tenere in sospeso la cifra. Risultato: un insoluto a mio carico (che nemmeno al call center sono riusciti a decifrare). Che ha comportato il blocco del numero e la necessità di recarmi in un negozio perdendo un’ora a cercare di capire cosa fosse successo. Sì, perché all’apparenza la Sim era perfettamente funzionante e i pagamenti, ovviamente, regolari. Poi la scoperta, nascosta nelle fitte trame del Crm per rendere ancora più avvincente tutta la faccenda.
Fantasia al potere
Vogliamo poi ampliare il discorso a piccoli espedienti per spillare qualche euro? Va bene: 1 euro per Lte; il traffico sul portale a pagamento; costi aggiuntivi di adeguamento; il cambio della tariffazione da base mensile a ogni quattro settimane; gli Mms esclusi dal piano. Troppi meccanismi che vanno a gonfiare i costi. E non poco. Perché se a ogni singola persona viene addebitato un euro, questo significa che i gestori si ritroveranno in cassa decine di milioni in più ogni mese. La situazione è davvero antipatica. Perché purtroppo all’eccessiva semplicità di addebito si contrappone un’estrema difficoltà e troppe lungaggini di recupero del mal tolto. Sarebbe ora che gli Enti competenti trovassero il modo di difendere maggiormente i consumatori e imponessero chiari obblighi sui costi aggiuntivi addizionali. Davvero troppi e troppo articolati per ottenere una visione chiara di cosa di paga effettivamente ogni mese (quasi mai quanto pattuito o promesso in fase di sottoscrizione del servizio). Il nostro dovere di consumatori è imparare a leggere per bene ogni singola riga del contratto. Ciò che si chiede ai gestori dei servizi è una maggiore chiarezza perché diciture come “spesa per oneri di sistema” è tutto fuorché limpida.