Vi ricorderete tutti la brutta pagina delle bollette a 28 giorni: in pratica, con tale escamotage, gli operatori mobili (ma non solo) si erano automaticamente regalati una tredicesima ai danni dei consumatori, fatturando i piani tariffari 13 volte all’anno invece che 12.
Una pratica che era finita immediatamente sotto la lente dell’Authority e che era subito stata definita come scorretta. Infatti, le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato hanno confermato a chiare lettere l’obbligo a carico delle compagnie telefoniche di indennizzare i milioni di utenti telefonici che, per effetto della fatturazione ridotta a 28 giorni, si sono inconsapevolmente ritrovati in bolletta una mensilità in più da pagare senza ricevere le informazioni necessarie per confrontare in modo completo e trasparente le offerte presenti sul mercato e operare scelte contrattuali consapevoli.
Tuttavia, sottolinea questa mattina il Codacons – nonostante le pronunce dei giudici amministrativi, i gestori telefonici hanno continuato a proporre ricorsi con il scopo di ritardare gli indennizzi ai consumatori e con il risultato di congestionare le aule dei Tribunali, alimentando fra l’altro un clima di sfiducia tra i cittadini che da anni sono in attesa dei rimborsi.
Per questo il Codacons «chiede all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) di intervenire al più presto con sanzioni esemplari per porre fine alla gravità di una situazione che presenta ormai i caratteri del paradosso, con sentenze che restano lettera morta, delibere dell’Autorità sistematicamente impugnate e utenti che chiedono certezza sui tempi e le modalità di effettiva restituzione di quanto dovuto a seguito dei disagi subiti».
La vicenda delle illegittime bollette a 28 giorni interessa 12 milioni di utenti italiani, i quali devono ancora ottenere un totale di circa 350 milioni di euro di indennizzi automatici disposti da Agcom, Tar e Consiglio di Stato.