Il mondo della telefonia nasce dall’esigenza delle persone di comunicare a distanza e il telefono è il mezzo attraverso quale si può fare questo. In tal modo è possibile comunicare con tutte le persone del mondo ovunque si trovano.
Il termine telefono deriva dal greco tele «lontano» e foné «voce, suono ». In tutti i paesi, almeno in quelli tecnicamente più progrediti, si può dire che oggi non esista casa, luogo pubblico, ufficio, dove un apparecchio telefonico non sia presente. Il telefono è divenuto uno degli strumenti più comuni della nostra vita quotidiana e la sua invenzione, va considerata tra quelle che hanno maggiormente influito sul ritmo della vita dell’uomo, accelerando straordinariamente le possibilità di comunicazione.
La telefonia nasce grazie all’intelligenza umana e si può dire che costituisce in effetti oggi il principale e diretto mezzo di comunicazione utilizzato.
L’invenzione del telefono
Il desiderio di trasmettere segnali a distanza non come usavano gli antichi, per mezzo di indicazioni ottiche come luci intermittenti, fuochi, nuvolette di fumo, ma per mezzo di impulsi elettrici trasmessi attraverso cavi di metallo, si era già concretizzato con l’invenzione del telegrafo.
Infatti, nel secolo scorso, un emigrato fiorentino in America, Antonio Meucci, si dedicò al problema, puntando sulla ricerca di un congegno che avesse ben altre possibilità del telegrafo: che cioè riuscisse a trasformare la voce umana in impulsi elettrici, li trasmettesse attraverso un cavo elettrico, e li tramutasse di nuovo in parole.
Meucci compì i suoi esperimenti nei capannoni di una piccola fabbrica di candele che aveva impiantato a Staten Island, presso New York. In quella stessa fabbrica lavorò per alcuni mesi, nel 1851, Giuseppe Garibaldi esule dall’Italia. Nel 1854 Meucci costruì un congegno che permetteva qualche comunicazione a breve distanza. Solo più tardi trovò il denaro per far brevettare la sua invenzione: e fu il 28 dicembre 1871 che si può considerare la data ufficiale della nascita del telefono.
Per risolvere il problema, Meucci era partito dallo studio del suono.
Il suono, com’è noto, è provocato dalla trasmissione di vibrazioni (di una lama di metallo, per esempio, oppure delle nostre corde vocali) attraverso un mezzo (per esempio, l’aria, l’acqua, i metalli). Le vibrazioni provocano una serie di pressioni e depressioni che a loro volta, propagandosi, agiscono sulla membrana del timpano del nostro orecchio e sono trasmesse agli organi percettivi del cervello.
Cosa fece Meucci per risolvere il problema?
Meucci ideò un apparecchio composto di un trasmettitore e di un ricevitore, simili l’uno all’altro. Essi erano costituiti da una membrana di ferro dolce posta davanti a una sbarretta di metallo magnetizzata, la quale a sua volta era ricoperta da una spirale metallica, che fungeva come conduttrice di elettricità. Parlando davanti alla membrana del congegno che fungeva da trasmettitore, la membrana vibrava e grazie alle sue vibrazioni, variava il campo magnetico, inducendo nell’avvolgimento, una corrente che veniva trasmessa a un altro apparecchio.
Il congegno così fungeva da ricevitore di corrente e al contempo produceva nella sbarretta, analoghe variazioni del campo magnetico e quindi analoghe vibrazioni della membrana metallica: in questo modo la voce veniva riprodotta.
Per perfezionare l’invenzione sarebbero occorsi a Meucci grossi mezzi finanziari; purtroppo si trovava in tali condizioni economiche, che alla scadenza non poté neppure rinnovare il brevetto. Ne approfittarono due tecnici americani, A.G. Bell e E. Gray, che nel 1876 brevettarono a loro volta un telefono perfezionato, fondarono una società per lo sfruttare l’invenzione e ne diffusero rapidamente l’uso.
Graham Bell viene infatti ritenuto generalmente l’inventore del telefono, soprattutto nei paesi anglosassoni.
Intanto un altro esperto, David Edward Hughes, inglese (1831-1900), inventò un trasmettitore più efficiente, fondato su un microfono a carbone, che cioè provocava le variazioni magnetiche attraverso granuli di carbone fatti vibrare nella scatoletta del microfono.
Sul portale repubblica è riportato che il 3 aprile del 1973 si è aperta l’era dei telefonini.
Il servizio telefonico come fu strutturato quando nacque?
Il servizio telefonico venne strutturato, fin dal suo apparire, in forme non molto dissimili da quelle attuali: vale a dire con una rete di fili elettrici che collegava tutti gli apparecchi a un centralino. Chi voleva servirsi del telefono, chiamava l’addetto al centralino e chiedeva di essere messo in contatto con l’apparecchio della persona con la quale intendeva parlare. L’addetto al centralino collegava le due linee tra loro e ne stabiliva il contatto, permettendo così la comunicazione. Questo semplice sistema è talvolta in uso ancor oggi: è chiaro tuttavia che questo sistema è efficiente soltanto in un luogo ristretto e con un numero limitato di apparecchi.
Con il diffondersi dell’invenzione, fin dai primi anni di questo secolo, si rese necessario snellirne le strutture.
Si cominciò col dare un numero agli utenti del telefono, che semplificasse il lavoro del centralinista; col pubblicare guide telefoniche; ma soprattutto si studiò il modo di rendere automatiche le operazioni di collegamento di una linea con l’altra, prima all’interno di una stessa città, poi tra città diverse.
Negli anni Trenta cominciò a diffondersi il sistema automatico, che attraverso un particolare congegno selettivo fece comparire sugli apparecchi telefonici il caratteristico disco bucato, coi numeri da 1 a 0, che tutti conosciamo. Nell’apparecchio telefonico attuale (tradizionale), inventato da David Hughes, le operazioni per l’uso sono le seguenti:
1) alzando la cornetta, automaticamente ci si pone in contatto con la centrale telefonica della città;
2) si è certi del contatto avvenuto, solo quando si ascolta il caratteristico bib biiib della centrale.
3) Girando il disco in corrispondenza dei numeri desiderati e componendo così il numero che distingue l’abbonato con cui si vuol parlare, si pongono in azione i selettori della centrale rappresentati da minuscoli congegni dotati di spazzole rotanti che si arrestano secondo il numero di impulsi che hanno ricevuto. Naturalmente gli impulsi saranno proporzionali alla parte del disco fatta girare dall’utente.
4) In questo modo la centrale seleziona automaticamente il numero col quale si vuole parlare e lo mette in contatto con la linea che ha chiamato.
In pratica la centrale telefonica non diviene più, come un tempo una sala piena di signorine sedute davanti a quadri punteggiati di fori, ma un agglomerato di apparecchiature elettriche, dove migliaia di minuscoli congegni, sollecitati dagli utenti, si muovono da soli per porre in contatto le linee cittadine in un continuo lavorio che non ha mai sosta.
Come nasce la videochiamata dopo l’invenzione del telefono?
La videochiamata nasce con il sistema della teleselezione cioè, quel sistema automatizzato utilizzato con l’introduzione di apparecchiature elettroniche che permettono, tra l’altro, l’utilizzazione di apparecchi telefonici non più a disco, ma a tastiera, accelerando così la chiamata.
Si è giunti così a collegare all’apparecchio un piccolo video televisivo per vedere il volto di chi ci parla. Infatti con speciali accorgimenti, si possono avviare lungo lo stesso cavo elettrico, simultaneamente, alcune decine di conversazioni (telefonia multipla), che poi vengono filtrate e smistate all’arrivo. Con i cavi coassiali, se ne possono avviare contemporaneamente sullo stesso cavo fino a 2.700 per volta.
Così si è resa possibile la teleselezione, permettendo di chiamare direttamente utenti di altre città in telefonata interurbana e persino di altre nazioni, senza il tramite manuale dell’addetto al centralino.
Consigli utili su come utilizzare una videochiamata su WhatsApp
Con l’introduzione delle chiamate e delle video chiamate WhatsApp ha offerto ai propri utenti un ulteriore servizio che si aggiunge alle altre utili funzionalità. Questa funzionalità è gratuita e permette anche di chiamare e videochiamare i propri amici e parenti all’estero: tuttavia per effettuare la video chiamata bisogna sempre aver attivato sul proprio cellulare (scheda SIM) una connessione dati. Sarà pertanto opportuno scegliere un buon piano tariffario per avere più giga e pagare meno.
Oggi è possibile chiamare e videochiamare su WhatsApp da Android, iOS e Windows Phone. Questa funzione è disponibile per tutti gli utenti che hanno installato una delle ultime versioni dell’applicazione. Nel caso non si riesca a trovare la sezione dedicata alle chiamate sull’account WhatsApp, bisognerà aggiornare l’applicazione all’ultima versione disponibile.
Come fare le chiamate e le videochiamate su WhatsApp
Per poter effettuare una chiamata o una videochiamata su WhatsApp bisogna entrare all’interno di una conversazione, premere sull’icona a forma di cornetta presente in alto e si aprirà un menu che permetterà all’utente di decidere, se fare una chiamata vocale o una videochiamata su WhatsApp.