Sul sito dedicato agli sviluppatori, Google ha pubblicato gli ultimi dati sulle distribuzioni Android aggiornati a gennaio 2017.
Dopo oltre sei anni finalmente ci saluta Android 2.2 Froyo, una delle versioni del robottino verde più antiche ormai rimaste nella lista. Svelata durante il Google I/O del 2010, introdusse il compilatore JIT, il cloud per le API di messaggistica, il backup per le API, l’installazione delle applicazioni su scheda Micro-SD, l’utilizzo dell’hotspot portatile, il motore V8 Javascript, l’auto aggiornamento delle app sullo store e altre piccole modifiche all’interfaccia utente.
I dispositivi che montano Android 2.2 Froyo sono ormai così pochi che la versione di Android non è più rappresentata nei numeri ufficiali.
Dal grafico si nota poi un salto in avanti di Android 7.1 Nougat, che passa dal 0,4% al 0,7%, mentre Marshmallow da più di un anno in circolazione è passato a una quota di mercato del 26,3% a una del 29,6%.
Al contrario di iOS su cui Apple ha il totale controllo, per Android ogni produttore di smartphone è responsabile degli aggiornamenti dei propri modelli alle ultime versioni. Un processo limitato dalla burocrazia che porta gli stessi produttori ad aggiornare solamente una o due volte i top di gamma ei modelli di fascia medio/alta. Diverso discorso per i Pixel e Nexus su cui Google promette 2 anni di aggiornamenti garantiti.
A seguire un simpatico video che oltre a ricordare Froyo ripercorre tutte le tappe di Android dalla nascita.