Finalmente, dopo 48 di silenzio, Easyjet ha cominciato ad informare i propri clienti sul pesante attacco hacker subito il 19 maggio scorso.
Con una lettera inviata ai suoi utenti, Easyjet ha infatti ammesso che i dati di numerose persone sono stati sottratti dai criminali informatici. Il furto interesserebbe circa 9 milioni di viaggiatori.
Alcune fonti straniere riportano che nell’attacco, portato a termine da una conosciuta e sofisticata organizzazione criminale cinese, sarebbero stati tragufati anche i dati di alcune carte di credito.
Nella lettera ricevuta nella tarda serata di ieri, e indirizzata alla nostra redazione, si legge:
La nostra indagine ha rilevato che il tuo nome, indirizzo e-mail e i tuoi dettagli di viaggio sono stati consultati per i voli easyJet o per le easyJet holidays che hai prenotato tra il 17 Ottobre 2019 e il 4 Marzo 2020. I dati del tuo passaporto e carta di credito non sono stati coinvoli, ma sono state consultate informazioni del luogo di partenza, la destinazione di viaggio, la data di partenza, il numero di riferimento della prenotazione, la data di prenotazione e il valore della prenotazione.
Siamo molto dispiaciuti per l’accaduto.
Ti preghiamo di fare molta attenzione agli attacchi phishing.
Insomma, non una comunicazione particolarmente rassicurante. Nel nostro caso, almeno, i dati della carta di credito sarebbero salvi, non i nostri nomi, indirizzi, numeri di telefono e altre informazioni personali di viaggio.
Curioso anche che nella seconda parte della lettera Easyjet ci dica di non fare nulla e non suggerisca neppure di cambiare la password (operazione invece sempre consigliata). Un solo avviso: quello di prestare attenzione nei prossimi giorni, ad eventuali attacchi di phishing attraverso la mail del nostro account: ossia a quei subdoli tentativi di esorcerci i dati del nostro account o della nostra carta di credito al fine di prosciugarla.
Si tratta di un immenso danno di immagine per la compagnia aerea spagnola, già alle prese con la difficile situazione creatasi in seguito all’emergenza da Coronavirus che ha costretto praticamente tutte le linee aeree a lasciare a terra i propri aeromobili per oltre due mesi.
Non certo il miglior viatico con il quale tentare di ripartire dopo il lungo stop.