Apple, spesso criticata per la sua politica restrittiva sulla “serializzazione” dei componenti dell’iPhone, ha deciso di apportare significative modifiche. Questa pratica, che richiedeva l’utilizzo di parti ufficiali per le riparazioni, complicava il processo per gli utenti, costringendoli a rivolgersi a riparatori autorizzati.
Impatto della serializzazione sui principi dell’economia circolare
Questa politica contrastava con i principi dell’economia circolare, particolarmente valorizzati nell’Unione Europea. In passato, se un iPhone veniva riparato con un pezzo di ricambio, il dispositivo verificava l’originalità del componente e poteva limitarne la funzionalità o segnalare agli utenti l’uso di parti non originali. Questo ostacolava la libertà di riparazione e veniva giustificato da Apple come misura per garantire la qualità e la sicurezza.
Novità nell’approccio alla riparazione di Apple
La svolta arriva con buone notizie: a partire dall’autunno, sarà possibile utilizzare parti riciclate per riparare gli iPhone, a cominciare dall’iPhone 15. Sarà permesso l’uso di componenti usati come batterie, schermi o fotocamere, purché siano compatibili con il dispositivo.
Inoltre, Apple permetterà la riutilizzazione dei componenti di sicurezza come Touch ID e Face ID su altri iPhone. Questo rappresenta un passo significativo verso il contrasto all’obsolescenza programmata e il supporto all’economia circolare.
Sicurezza e trasparenza nelle riparazioni
iOS identificherà se un componente è stato modificato e verificherà la sua provenienza, impedendo l’uso di parti provenienti da iPhone bloccati per furto o smarrimento tramite Trova iPhone. Inoltre, le impostazioni di iOS forniranno dettagli sull’origine dei componenti installati, una funzionalità introdotta già con iOS 15.2.
Con questi cambiamenti, Apple si allinea meglio con le politiche europee e supporta un approccio più sostenibile e flessibile alle riparazioni degli iPhone, favorendo una maggiore longevità del dispositivo.