FaceApp è l’app del momento. L’applicazione per smartphone Android e iOS che da una semplice foto ti trasforma in “anziano” è di nuovo diventata virale a distanza di 2 anni grazie a dei sostanziali miglioramenti all’algoritmo.
Il risultato è molto divertente e sta spopolando sui social grazie a molti influencer. Ma è quello che c’è dietro a fare paura. L’app, infatti, è stata sviluppata in Russia e sta raccogliendo milioni di metadati dalle foto degli ignari utilizzatori.
Foto e…galleria
Per quanto ci siano tantissime applicazioni che hanno questi e ben altri permessi, l’attenzione è rivolta alle tecniche che potrebbero essere più invasive di quanto non si creda. Per utilizzare l’app, infatti, gli utenti iOS selezionano le foto specifiche su cui vogliono inserire i filtri e non vi è alcuna prova che l’app non possa scaricare l’intera galleria di un telefono. La società carica quindi le immagini sui propri server esterni per applicare i filtri e li tiene per sé.
In teoria, FaceApp poteva elaborare queste foto sul dispositivo stesso ma Yaroslav Goncharov, ex dirigente Yandex e CEO della società russa che ha creato l’app, ha dichiarato a The Verge che le foto caricate sull’app sono archiviate sui server per salvaguardare la banda ma vengono poi cancellate in un secondo momento.
Ovviamente, non sappiamo se FaceApp cancelli effettivamente le foto ma vale la pena ricordare che carichiamo continuamente le foto dei nostri volti sui server di aziende quali Facebook, Twitter, Google.
A scopo commerciale
Un altro potenziale problema di privacy riscontrato nelle politiche sulla privacy della società è che incorpora un linguaggio ampio che gli consente di usare nomi utente, nomi e somiglianze per scopi commerciali. L’avvocato Elizabeth Potts Weinstein si è esposta al problema sostenendo che la politica non è assolutamente conforme al GDPR.