Facebook ha recentemente brevettato una soluzione per dividere gli utenti in classi sociali in base alle informazioni ricevute. La società ha originariamente presentato la soluzione alla fine di luglio 2016 ma l’ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti ha pubblicato la domanda solamente all’inizio di questa settimana.
Si tratta di un algoritmo che prende dati come età, numero di dispositivi posseduti e proprietà immobiliari, livello d’istruzione e luogo di residenza al fine di realizzare un’accurata stima dello stato socioeconomico. Tre i possibili risultati: sopra e sotto la “classe media”.
Nel caso in cui gli utenti non condividessero determinate informazioni all’interno del social network, gli inserzionisti perderebbero la possibilità di targhetizzare in maniera precisa le proprie inserzioni pubblicitarie. Non è chiaro quando il gigante dei social media intende implementare la soluzione nella propria piattaforma pubblicitaria ma su Google Adwords questo è già possibile da diverso tempo. Quindi, nessuno scandalo.
Molto probabilmente il brevetto attirerà nuove critiche su Facebook. Le ultime polemiche di questo tipo sono emerse nel corso del 2017, quando alcune unità di Facebook sono state accusate di aver sostenuto gli inserzionisti in un episodio pubblicitario antisemita e razzista. Non solo, l’azienda è stata ripetutamente accusata di manipolare le persone creando dipendenza dalla rete social impedendone l’uscita (ad esempio notizie su siti esterni) in modo da massimizzare il proprio tasso di coinvolgimento aumentando i profitti.