Il paradosso di un mondo che è finalmente interconnesso è che questa comunanza di dati e profili ora è ritenuta dannosa. Basta osservare le varie vicende che in questi giorni sono balzate agli onori delle cronache, dalla querelle tra il presidente Trump e Tik Tok, fino alla lista nera in cui è finita Huawei, giusto per citare i due esempi più recenti.
Ora è il turno di Facebook, in rottura prolungata con la DPC (Data Protection Commission) irlandese che vorrebbe costringere l’azienda a interrompere il trasferimento delle informazioni (ovvero i nostri dati personali e non solo) verso i server statunitensi. Insomma, adesso siamo noi europei ad avere paura che gli americani ci spiino, timore tra l’altro non del tutto infondato visto che il governo Usa si è già macchiato di questo reato in passato.
La dichiarazione
“Non è chiaro come, in tali circostanze, si possa continuare a fornire i servizi Facebook e Instagram nell’Ue”, ha dichiarato Yvonne Cunnane, legale di Facebook in Irlanda. La Cunnane ha aggiunto che Facebook registra 410 milioni di utenti attivi mensilmente in Europa e difficilmente potrebbe operare in queste condizioni.
Facebook quindi lascerà l’Europa?
Facebook non sta minacciando di ritirarsi dall’Europa. Facebook, così come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, fa leva sul trasferimento di dati tra l’Europa e gli Stati Uniti per mantenere operativi i propri servizi. Una mancanza di trasferimenti di dati internazionali sicuri, protetti e legali danneggerebbe l’economia e ostacolerebbe la crescita delle imprese generata dai dati nell’Ue, proprio mentre lavoriamo a una ripresa dal Covid-19”, aggiunge la società.“
Insomma, dichiarazioni a parte difficilmente Facebook (e Instagram, sempre di proprietà di Mark Zuckerberg) lasceranno l’Europa molto facilmente. Troppi gli interessi in ballo da una parte e dall’altra. Molto più verosimilmente si arriverà ad un accordo, meglio se sono la pressione di una dipartita in cui, in realtà, nessuno crede.