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Facebook: il social più popolare del mondo continua l’espansione in Africa e Giappone

Altre due nuove bandierine sventolano nel nome di Facebook: il social di Mark Zuckerberg conquista Africa e Giappone e diventa a tutti gli effetti il più popolare del globo.

Facebook, l’espansione negli ultimi 12 mesi

Una partita a Risiko che non accenna ad arrestarsi. Quella di Facebook è una marcia spedita che solo negli ultimi 12 mesi ha aggiunto due nuove “bandierine” e rinforzato gli avamposti del proprio impero virtuale. Il 2018 del social parte alla grande: ha appena conquistato Africa e Giappone, superato i 2 miliardi di utenti mensili e raggiunto le preferenze in 152 dei 167 Paesi analizzati da Vincenzo Cosenza, esperto e guru del campo, come riporta l’ultimo report pubblicato sul suo blog.

Facebook, il social preferito in assoluto

Dopo Sud e Nord America, Europa, Australia e India, adesso è la volta di Africa e Giappone. E mentre i confini della mappa si allargano, il social network più popolare del globo rafforza il suo primato: è anche il preferito in assoluto. Nove Stati su dieci prediligono la bacheca di Mark Zuckerberg a quelle delle altre piattaforme. Gli unici baluardi rimasti a contrastarlo sono Odnoklassniki (OK.ru ha 71 milioni di utenti attivi al mese) e VK (già noto come Vkontakte, ha 97 milioni di attivi al mese): sono leader in sette Paesi dell’ex blocco sovietico. Le altre due eccezioni sono la Cina, dove prevale Qzone, e l’Iran, dove Instagram riesce a emergere dalle restrizioni governative.

Facebook e la conquista di Africa e Giappone

Il salto in avanti in Africa segna in alcuni Paesi un vero sorpasso. Nello Zambia nel 2017 primeggiava LinkedIn, in Namibia Instagram, oggi, invece, è Facebook in pole position. Dietro al risultato, ipotizza Cosenza, il successo delle iniziative pensate per colmare il digital divide e consentire l’accesso gratuito al social network. L’altro territorio di conquista è invece un Paese molto digitalizzato ed evoluto come il Giappone, dove Facebook ha superato Twitter. Che così perde l’unico mercato dove poteva vantare il primato.