Era estate, precisamente il 26 agosto quando il patron Zuckerberg decise abilmente di far dialogare i dati raccolti dalle sue due creature più importanti, Facebook e WhatsApp. Nonostante l’utente potesse rifiutarsi e spuntare la casellina del “no” per impedire la condivisione dei propri dati, sono molte le persone che erroneamente hanno dato il consenso e in qualche caso la procedura non è stata neanche così trasparente come ci si aspetterebbe da un colosso come Facebook.
Dati Facebook-WhatsApp: cosa è successo
Migliaia di lamentele sono finite su altrettanti importanti scrivanie sparse per l’Europa tanto da sollevare dubbi tra i governi del Vecchio Continente: è corretto lasciare in mano a Facebook il potere di mettere insieme miliardi di dati privati? Germania e UK hanno alzato la voce e insieme ad altri 28 Stati hanno scritto una lettera al CEO di WhatsApp Jan Koum per sospendere la condivisione dei dati tra Facebook e WhatsApp evitando alla holding approfondimenti ben più curati in sede parlamentare. Risultato? Sospensione accettata e condivisione dei dati interrotta.
Riportata sulle pagine del Financial Times, la notizia è di carattere ufficiale ma nulla fa intendere sugli sviluppi della vicenda. Anzi, il blocco sembra essere solo temporaneo in attesa che Facebook si accordi con i governi per riproporre nuovamente la procedura, questa volta in maniera legale.
“Speriamo di continuare i nostri dialoghi con l’Ufficio del Regno Unito Information Commissioner e altri funzionari della protezione dei dati”, ha fatto sapere un portavoce di Facebook, confermando che: “rimaniamo aperti a collaborare per rispondere ai loro dubbi.”