- Titolo: Sicario
- Genere: Drammatico
- Anno: 2015
- Durata: 2 ore
- Regista: Denis Villeneuve
- Attori principali: Benicio Del Toro, Emily Blunt, Josh Brolin, Daniel Kaluuya
Il film di Denis Villeneuve ruota attorno alla lotta al traffico di droga sul confine tra Messico e Stati Uniti. Ma sarebbe davvero riduttivo definire Sicario come una pellicola sui narcotrafficanti. Perché il dipanarsi della trama rende davvero labile il confine tra buoni (la squadra di agenti) e cattivi. Della crudeltà dei narcos si vedono solo gli effetti – come i cadaveri mutilati che penzolano dai cavalcavia della città di Juarez (da questo punto di vista il film non è certo stato finanziato dall’ente turistico messicano…) – mentre a sparare e uccidere sono sempre e solo i militari o i poliziotti americani. E poi perché la rettitudine dell’azione degli agenti si mescola ben presto con i rancori e il desiderio di vendetta di alcuni di loro…
Un Sicario di dubbia moralità
In questo scenario si muove il personaggio di Emily Blunt, l’unico le cui azioni sembrano dettate dal desiderio di giustizia, l’unico che cerca di trovare un senso a quello che, suo malgrado, è costretto a prendere parte. L’agente Kate Macer si ritrova ben presto smarrita e in balia di eventi e personaggi – come quello ottimamente interpretato da Benicio Del Toro – che metteranno in crisi la sua “vocazione” nonché a rischio la sua stessa vita. Nonostante facciano parte, almeno sulla carta, dei “buoni”.
La qualità principale di Sicario è quella di spezzare il solito canovaccio di questo genere di film. E di rendere particolarmente labile il confine tra buoni e cattivi. Il tutto attraverso una regia ispirata, un paio di scene cult – quella al confine tra Messico e Usa e quella notturna nel tunnel utilizzato dai narcotrafficanti per trasportare la droga – e una recitazione di alto livello.
Il mio voto è: 8
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