Dopo aver parlato nei giorni scorsi del concorso per donare il vostro volto a un robot in cambio di 124mila euro, oggi nelle Google news fa capolino la notizia che gli scienziati hanno bisogno della foto della vostra pupù. Sì, avete capito bene. Le vostre feci, infatti, fanno gola (forse qui ho un tantino esagerato, ndr) alla scienza e alla ricerca.
Pare infatti che Seed, un’azienda statunitense che si occupa di studiare il microbioma dell’intestino, abbia chiesto di inviare le immagini delle proprie feci per un nuovo progetto di ricerca. Le foto verranno poi raccolte da Seed e separate dall’indirizzo e-mail (per tutelare la privacy degli utenti). Insomma, a loro interessa la vostra cacca e non i vostri dati. Il programma, in collaborazione con il MIT (Massachusetts Institute of Technology) e servendosi dell’intelligenza artificiale, analizzerà da solo le immagini e sarà in grado di scoprire eventuali anomalie.
C’è anche l’hashtag
C’è anche un hashtag di riferimento #Giveashit che non lascia davvero nulla all’immaginazione. Prima di essere sottoposte all’IA leggiamo inoltre sul sito che le immagini verranno in ogni caso passate in rassegna da un addetto ai lavori. Notizia rassicurante e rincuorante e capace di rivalutare in un secondo anche le occupazioni più noiose. Se poi la volgarità vi spinge a dire che svolgete un lavoro di ***** (poco edificante), pensate all’addetto di Seed e a quanto possano essere divertenti le sue giornate.
Scaviamo a fondo…
Scavando a fondo abbiamo inoltre scoperto che esiste una classificazione scientifica della popò e che segue la Bristol Stool Scale. Una vera e propria scala di misurazione che divide le vostre “creazioni” a seconda della forma e della consistenza. Insomma, anche se l’argomento si presta a una facile ironia, va sottolineata l’importanza scientifica del progetto. Le feci sono infatti un importante indicatore del nostro stato di salute e questa ricerca potrebbe, in un futuro nemmeno troppo lontano, permettere ai ricercatori di individuare in anticipo e senza trattamenti invasivi, eventuali patologie.