I carrier americani AT&T, T-Mobile, Verizon e Sprint hanno sospeso le procedure di sostituzione dei Samsung Galaxy Note 7 richiamati circa un mese fa dalla casa di Seul. Lo riporta, in tarda serata, il quotidiano inglese The Guardian.
A ore starebbe per arrivare anche la comunicazione ufficiale di Samsung, che decreterebbe lo stop alla produzione dello smartphone.
Galaxy Note 7: stop degli americani
La decisione degli operatori Usa e del produttore coreano è conseguenza dei nuovi episodi di malfunzionamento che hanno colpito anche i modelli già sostituiti e che avrebbero dovuto essere perfettamente funzionanti.
In un comunicato di ieri, il portavoce di T-Mobile ha detto. “Mentre Samsung analizza le cause dei numerosi casi di malfunzionamento del Note 7, abbiamo deciso di sospendere le vendite del telefono e le sostituzioni in atto“.
Altri operatori hanno pubblicato note stampa simili per smarcarsi da un caso che sta assumento proporzioni di gravità senza precedenti.
Anche in Australia le compagne telefoniche Telstra, Optus e Vodafone hanno fermato le vendite.
Samsung appare ormai all’angolo e non sembra avere altra scelta che sospendere la produzione. In modo da individuare con precisione le cause del surriscaldamento che ha generato le esplosioni.
L’agenzia sudcoreana Yonhap riferisce che Seul avrebbe preso la decisione di fermare “temporaneamente” la produzione del Note 7.
Galaxy Note 7: i numeri della crisi
Secondo alcuni analisti finanziari la “crisi” del Note 7 potrebbe costare a Samsung 5 miliardi di dollari (fonte: The Guardian). Sarebbero almeno cinque i Note 7 già sostituiti che hanno preso fuoco nell’ultima settimana (fonte: The Verge).
Nelle prossime ore è attesa una comunicazione ufficiale di Samsung. Si metterà così fine alle speculazioni facendo chiarezza sulle intenzioni dell’azienda e sui destini dello sfortunato smartphone.