Google Assistant sbarca in Italia il 15 novembre, in concomitanza con il lancio dei nuovi Google Pixel 2 XL, come ha ufficialmente dichiarato l’azienda di Mountain View. Non sono ancora arrivati né l’uno né gli altri e già Shazam, la popolare app per riconoscere le canzoni che stiamo ascoltando alla radio, in tv o in ristoranti e locali, trema. Perché Google Assistant sarà capace non solo di aiutare nelle operazioni quotidiane l’utente, ma sarà anche in grado di interagire attivamente in ogni tipo di conversazione e colloquio, colonne sonore e sottofondi musicali inclusi.
Google Assistant meglio di un Dj
Basterà quindi domandare al nuovo Google Assistant, che promette di sorprendere con capacità di comprensione del linguaggio superiori a quelle dei concorrenti, «che canzone è questa?» o «qual è il titolo di questo brano?” o, ancora, «chi canta questo melodia?» che il sistema si metterà all’ascolto per offrire all’utente una scheda a prova del miglio Dj di risposta contenente ogni informazione desiderata, dall’artista al titolo, dall’album al genere, fino all’anno di pubblicazione.
In calce la scheda fornirà anche, quando disponibili, i link al video del brano su YouTube, a Spotify, alla piattaforma di casa Play Music e alla pagina della ricerca generica su Big G. C’è ancora da perfezionare il meccanismo: occorre un minuto di ascolto e per ora non funziona con tutte le canzoni, si limita alle più conosciute, gettonate e popolari. Ma è già un primo e decisivo passo.
Google Assistant VS Shazam & Co.
Con Google Assistant si afferma l’era degli assistenti virtuali il cui potenziale è enorme. Tanto che potrebbero progressivamente mangiare fette di mercato ad applicazioni come Shazam o SoundHound, presenti sul mercato e sui nostri smartphone ormai da anni, soprattutto quando la nuova funzionalità di Google Assistant non sarà più solo un’esclusiva dei top di gamma Pixel 2 e Pixel 2 XL, ma abbraccerà anche tutti gli altri smartphone.