Nella mattinata del 18 luglio, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha affermato di aver avviato un’istruttoria nei confronti di Google, per pratiche commerciali scorrette. Nella comunicazione si legge che sotto la lente del Garante vi è la richiesta del colosso di Mountain View di fornire il consenso a collegare i servizi offerti.
Un modo di operare che Agcm ha ritenuto potrebbe rappresentare una pratica commerciale ingannevole e aggressiva. L’informativa che accompagna la richiesta dell’azienda statunitense sembrerebbe lacunosa, incompleta e ingannevole. Inoltre, potrebbe condizionare la scelta sul rilascio del consenso e sulla portata del consenso stesso.
Più nello specifico, il Garante si interroga sul reale effetto che il consenso causa sull’uso dei dati degli utenti da parte di Google. In egual modo il dubbio riguarda alla quantità dei servizi di Google, in cui potrebbe avvenire un uso combinato e incrociato, a cui potrebbe seguire la possibilità di modulare o limitare il consenso solo ad alcuni servizi.
Il tutto, riferisce l’Autorità, avverrebbe attraverso tecniche e presentazione della richiesta di consenso in cui potrebbe venire condizionata la libertà di scelta del consumatore, che verrebbe indotto ad assumere una decisione commerciale diversa da quanto potrebbe adottare. In questo modo sarebbe infatti propenso ad acconsentire all’uso combinato e incrociato dei dati tra le diverse varietà di servizi Google.