Ormai da mesi Epic Games è impegnata in un enorme scontro legale con Apple e Google. La questione è partita dal tentativo di Epic di raggirare le politiche di montetizzazione dell’App Store, proseguendo con una controversia sulla legittimità delle politiche dei negozi virtuali sia della casa di Cupertino sia di Google. Ora un’altra applicazione rimane invischiata nella vicenda: si tratta di Bandcamp.
Bandcamp è una piattaforma di distribuzione di musica da poco acquisita da Epic Games. Il problema sorge dal fatto che, contemporaneamente, Google ha cominciato a stringere le regole del proprio negozio virtuale.
In precedenza infatti molti sviluppatori potevano impiegare, all’interno delle proprie app, un sistema di pagamento esterno. Al seguito del cambio di regole, tuttavia, è stato reso obbligatorio consegnare una fetta dei guadagni a Google, pena l’eliminazione dell’applicazione dal negozio. Questo, chiaramente, si traduce nella necessità di aumentare il prezzo per poter continuare a trarre lo stesso guadagno dalle vendite
A Epic Games questo non è andato giù, specialmente nel caso di Bandcamp, e ha fatto nuovamente ricorso legale per annullare questo regolamento. L’azienda ha infatti affermato che questo renderebbe impossibili le attività della piattaforma. Non solo, ma penalizzerebbe anche i consumatori e gli artisti indipendenti che la usano per pubblicare il proprio lavoro.
Le parole di Epic
Se le regole di Google non cambieranno, a partire dal 1° giugno dovremo o far gravare le commissioni di Google sui consumatori (rendendo Android una piattaforma meno accogliente per la musica), o far gravare le commissioni sugli artisti (cosa che non faremmo mai), o continuare ad operare su Android in perdita, o rinunciare alle vendite digitali sull’applicazione. Inoltre, i cambiamenti nelle regole ci impedirebbero di pagare rapidamente gli artisti: invece di ricevere pagamenti entro le 24-48 ore, gli artisti potrebbero dover aspettare fino a 15-45 giorni dopo una vendita.
Google ha già criticato aspramente le accuse di Epic, affermando che queste sono assolutamente prive di fondamenti legali. Nel frattempo la battaglia legale continua, e non è ancora chiaro a chi il giudice darà ragione.
In precedenza infatti molti sviluppatori potevano impiegare, all’interno delle proprie app, un sistema di pagamento esterno. Al seguito del cambio di regole, tuttavia, è stato reso obbligatorio consegnare una fetta dei guadagni a Google, pena l’eliminazione dell’applicazione dal negozio. Questo, chiaramente, si traduce nella necessità di aumentare il prezzo per poter continuare a trarre lo stesso guadagno dalle vendite
A Epic Games questo non è andato giù, specialmente nel caso di Bandcamp, e ha fatto nuovamente ricorso legale per annullare questo regolamento. L’azienda ha infatti affermato che questo renderebbe impossibili le attività della piattaforma. Non solo, ma penalizzerebbe anche i consumatori e gli artisti indipendenti che la usano per pubblicare il proprio lavoro.
Le parole di Epic
Se le regole di Google non cambiano, a partire dal 1° giugno dovremo o far gravare le commissioni di Google sui consumatori (rendendo Android una piattaforma meno accogliente per la musica), o far gravare le commissioni sugli artisti (cosa che non faremmo mai), o continuare ad operare su Android in perdita, o rinunciare alle vendite digitali sull’applicazione. Inoltre, i cambiamenti nelle regole ci impedirebbero di pagare rapidamente gli artisti: invece di ricevere pagamenti entro le 24-48 ore, gli artisti potrebbero dover aspettare fino a 15-45 giorni dopo una vendita.
Google ha già criticato aspramente le accuse di Epic, affermando che queste sono assolutamente prive di fondamenti legali. Nel frattempo la battaglia legale continua, e non è ancora chiaro a chi il giudice darà ragione.