Circa un anno fa, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si era espressa favorevolmente sul diritto all’oblio ovvero sulla necessità che i motori di ricerca eliminassero link che riportino notizie inadeguate su una persona.
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In questo lasso di tempo sono state inoltrate a Google poco meno di un milione di richieste di cancellazione; Big G ne ha accolte 254mila, eliminando circa 320mila link dalle sue ricerche. Le domande provenienti dall’Italia sono state poco meno di 20mila e ben il 72,4% sono state respinte. Tra i siti più colpiti dalla rimozione, al primo posto c’è Facebook, seguito da YouTube e, più distanziati, da Google+ e Twitter.