Google Tensor: storia di un processore in difficoltà

I fan di Google si stanno in questi giorni ponendo una domanda, che nasce dalle numerose voci trapelate riguardo al prossimo processore Tensor. Un progetto che sembrerebbe essere entrato in una fase particolarente delicata sia a livello tecnico sia, soprattutto, a livello economico.

Il progetto ha ancora una ragione di esistere? E Google ha davvero intenzione di insistere sull’onerosa strada di un processore proprietario?

I consumatori più attenti sanno che i processori Tensor, da tempo, non sono mai stati pionieri tecnologici in assoluto, ma hanno sempre cercato di mediare più apetti, a volte difficilemente mediabili fra loro.

Il primo chip Tensor, lanciato con la serie Pixel 6, presentava componenti CPU e GPU poco aggiornati. Aggiornamenti significativi sono arrivati solo con il Tensor G3, anche se molti componenti, come GPU e TPU, sono rimasti gli stessi nel Tensor G4. Sebbene il progetto Tensor abbia mostrato miglioramenti nel corso delle generazioni, questi sono stati più sporadici che continui. Problemi di durata della batteria e di connettività modem, specialmente nelle prime generazioni, hanno ulteriormente compromesso la reputazione di Tensor.

La cancellazione della versione “redondo” del G4, per passare a un chip “completamente personalizzato”, ha rappresentato un altro segnale di insuccesso. Ora, ci apprestiamo ad attendere lo “zumapro”, una versione solo leggermente potenziata del chip “zuma” dell’anno precedente. Le ultime indiscrezioni rivelano che il Tensor G5 apporterà solo miglioramenti parziali alla configurazione CPU, con un upgrade della GPU che rimarrà di fascia media, malgrado l’introduzione del ray tracing, e un modesto incremento del 14% per il TPU dedicato alle funzionalità AI esclusive dei Pixel.

Anche se il chip beneficerà di un processo produttivo più efficiente, il margine di miglioramento è ancora limitato.

Prestazioni in calo e concorrenza agguerrita

Le prestazioni di Google e del suo progetto Tensor si sono rivelate sotto le aspettative, specialmente rispetto ai recenti avanzamenti della concorrenza. Qualcomm, ad esempio, ha registrato un incremento del 45% delle capacità di elaborazione NPU con il suo Snapdragon 8 Elite, mostrando una notevole integrazione tra il cuore AI e il processore d’immagine. Nuove funzionalità, come la rimozione di oggetti nei video, sono gestite direttamente sui dispositivi, il che eleva il confronto tra i chip. In tale contesto, i consumatori si trovano di fronte a una domanda cruciale: quali vantaggi concreti offre Tensor?

Per quanto Google continui a migliorare il proprio progetto, le performance non sembrano all’altezza. Le previsioni indicano che nemmeno i prossimi modelli di smartphone, ovvero i Pixel 10 e 11, riusciranno a soddisfare le esigenze degli utenti più evoluti. E nonostante le specifiche del processore Tensor possano apparire allettanti, la vera prova si presenta nella vita reale, dove i consumatori richiedono notoriamente capacità superiori in termini di elaborazione e grafica.

In definitiva, il divario in termini di tecnologia e prestazioni si sta ampliando, e il progetto Tensor rischia di rimanere indietro. Questo solleva interrogativi non solo sull’efficacia attuale dei Tensor, ma anche sulla sostenibilità del loro uso nel lungo periodo, considerando le realtà di un mercato in rapida evoluzione e altamente competitivo.

Tensor: strategia e priorità nella progettazione dei chip

Analizzando la strategia di sviluppo dei chip Tensor non si può non partire da un elemento fondamentale: Google ha scelto di concentrare i propri investimenti su funzionalità specifiche come intelligenza artificiale e fotografia, piuttosto che sulle prestazioni complessive.

Il prossimo Tensor G6, ad esempio, prevede una riduzione del 8% dell’area del silicio, un taglio mirato a ottimizzare costi e spazi, sacrificando potenzialmente la potenza dell’elaborazione grafica. La decisione di escludere il ray tracing dalla GPU dopo la sua recente introduzione ne è un chiaro segnale. Questa strategia, benché orientata al miglioramento delle funzionalità AI, potrebbe risultare insufficiente per soddisfare le esigenze degli utenti più esigenti, che richiedono prestazioni elevate in ogni ambito.

Inoltre, i passaggi della progettazione sembrano riflettere una preoccupazione centrale: Google è consapevole dei crescenti costi e della competitività agguerrita nel settore. I documenti trapelati suggeriscono che Google sembra stia navigando in un delicato equilibrio, cercando di mantenere la competitività senza compromettere la qualità. La scelta di focalizzarsi più su innovazioni nel campo della fotografia e CPU specializzate per compiti di intelligenza artificiale indica che il progetto Tensor potrebbe allontanarsi ulteriormente dalle aspettative tradizionali di potenza e prestazione dei consumatori.

Il futuro di Tensor, quindi, si preannuncia come un continuo sforzo per bilanciare funzionalità uniche e prestazioni generali, ma sarà fondamentale per Google sviluppare soluzioni che riescano a competere su tutti i fronti senza farsi sopraffare dalla concorrenza sempre più agguerrita.

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Massimo Morandi

Giornalista, milanese, appassionato di tecnologia. Ama viaggiare, la buona cucina e il calcio.