C’è molta attenzione attorno alla gamma 2021 degli smartphone di Honor. Il brand, che fino a qualche settimana fa era di proprietà di Huawei, è stato venduto a novembre 2020 a un consorzio cinese con quartier generale a Shenzhen, in seguito alle pressioni commerciali che gravano su Huawei derivanti dal bando americano.
Subito dopo la vendita, si è parlato della possibilità per Honor di condurre affari con Qualcomm e di una partnership per la fornitura di processori Snapdragon.
Un fattore chiave, proprio perché il bando americano imposto a Huawei limita soprattutto la produzione dei processori Kirin e impedisce all’azienda di rivolgersi a fornitori Usa per trovare componentistica di alto lvello per animare gli smartphone di fascia alta. Il vero attuale problema che Huawei dovrà affrontare nei prossimi mesi.
Con il pasare dei gioni le cose sembrano essere sempre più chiare. China Business News (che cita l’agenzia di stampa Sina Finance) riferisce che Honor e Qualcomm starebbero già lavorando insieme.
Fondamentale anche una seconda rivelazione: Qualcomm non dovrebbe richiedere alcuna approvazione normativa per lavorare con Honor perché quest’ultima, ora società indipendente da Huawei, non è iscritta alla Entity List, ossia la lista nera delle aziende che non possono intrattenere rapporti commerciali con società americane.
Un’altra notizia riferisce che, proprio grazie all’accordo con Qualcomm, Honor sarà presto in grado di distribuite telefoni con connettività 5G.
In altre parole, per il 2021, è lecito attendersi un telefono Honor con processore Snapdragon 888.
Ma il punto finale scioglie forse il nodo più spinoso. Se sarà confermato ufficialmente che Honor e Qualcomm stanno lavorando insieme senza alcun obbligo di richiedere l’approvazione al Governo degli Stati Uniti, ciò vorrebbe dire che Honor non avrebbe a sua volta bisogno di alcun permesso per lavorare con Google e ricevere il supporto ai Google Mobile Services.
Un fattore, questo, che potrebbe cambiare gli equilibri ed essere dirompente nella competizione fra i produttori di smartphone, proiettando Honor nell’Olimpo dei “top brand”.