Huawei

Huawei: ban ammorbidito. Torna a lavorare con Samsung, Sony e (forse) con Qualcomm e Mediatek

L’assedio nei confronti di Huawei da parte dell’amministrazione americana non può dirsi finito, ma sicuramente sembra si stia lentamente ammorbidendo.

Il Financial Times ha infatti pubblicato un elenco delle aziende che avrebbero ricevuto dal Governo americano la licenza per vendere a Huawei i loro prodotti e componenti. Il premesso sarebbe stato accordato per la divisione mobile, non alla divisione reti, quella che installa le reti 5G.

L’ok per comprare i chipset

Comunque un enorme passo avanti: un dirigente di un’importante azienda asiatica di semiconduttori avrebbe confermato al quotidiano americano che la vendita di chip per dispositivi mobili a Huawei “non costituirebbe più un problema“.
Samsung Display ha nel contempo ottenuto una licenza e un analista di Jefferies ha affermato che sia Sony sia OmniVision hanno avuto il via libera per tornare a fornire a Huawei i sensori di immagine. La divisione imaging di Sony, peraltro, aveva avvertito una decisa diminuzione delle sue vendite, in parte perché costretta a interrompere le relazioni commerciali con Huawei.

Anche Qualcomm e MediaTek potrebbero presto ricevere nuove licenze, un’evenienza che risolverebbe la carenza di chipset oggi patita dal produttore cinese. Alla società di Shenzhen era stato di recente vietato l’acquisto di chip da MediaTek che, pur avendo la sede a Taiwam, utilizzava tecnologia sviluppata negli Stati Uniti.

Se oltre a Qualcomm e a MediaTek anche TSMC sarà autorizzata a riprendere il dialogo con Huawei, l’azienda cinese riceverebbe un’altra grande boccata d’ossigeno e potrebbe continuare a utilizzare i suoi chipset proprietari Kirin.

Serve cautela

Tuttavia, alcuni esperti del settore esprimono dubbi sul fatto che anche Qualcomm e MediaTek possano ricevere licenze speciali o per lo meno si limitano ad osservare che le decisioni dell’amministrazione Trump sono state spesso, strane, irregolari e discontinue. Meglio attendere dunque prima di sbilanciarsi.

I servizi mobili di Google

Allo stesso modo, non è chiaro se anche il software per gli smartphone e gli altri servizi online saranno considerati utilizzabili: una decisione in un senso o nell’altro potrebbe avere enormi implicazioni per i dispositivi Huawei e Honor che riacquisterebbero tutto d’un tratto l’accesso ai servizi mobili di Google. Huawei ha sempre dichiarato che, nel caso di semaforo verde, sarebbe in grado di aggiornare tutti i suoi dispositivi che non hanno a bordo i Google Mobile Services in una notte.

Il segmento mobile di Huawei rappresenta più della metà delle sue entrate e potrebbe riprendere velocemente quota se la catena di fornitura dei chip venisse ripristinata.

Le reti di Huawei ancora al palo

Lo stop permane invece per la divisione che si occupa della costruzione delle reti 5G, che dovrà fare affidamento sulle scorte accumulate prima del divieto poiché gli Stati Uniti la considerano ancora una minaccia per la sicurezza nazionale.