Silenzio, parla Ren Zhengfei, il fondatore di Huawei. Parla una volta per tutte per smentire le accuse si spionaggio mosse alla sua azenda dal governo degl Stati Uniti. L’amministrazione Trump, a più riprese, ha affermato che gli smartphone Huawei rappresenterebbero una minaccia per l’America e per i suoi alleati, un pericolo per la sicurezza nazionale.
A più riprese, si è anche parlato della possibilità che i prodotti Huawei contengano una porta più o meno segreta che raccoglie segretamente informazioni riservate di consumatori e aziende inviandole poi alla Cina affinché il governo le possa esaminare.
Ora, il Financial Times (tramite Reuters) riferisce che martedì, il fondatore Ren Zhengfei, ha negato che la compagnia spii per conto del governo cinese. Il giornale cita Ren affermando che a Huawei non è mai stato chiesto di fornire informazioni inappropriate a nessun governo. Ha aggiunto che non ci sono leggi in Cina che richiederebbero alla sua azienda di installare alcuna back door su telefoni o apparecchiature di rete.
“Amo ancora il mio paese, sostengo il partito comunista, ma non farò mai nulla per danneggiare qualsiasi paese del mondo” – ha aggiunto Ren Zhengfei.
Ren, che ha fondato Huawei nel 1987 e di cui detiene ancora l’1,14% delle azioni, ha poi parlato della figlia, Meng Wanzhou, dicendo che le manca molto. Attualmente la donna è detenuta in Canada e che dovrà affrontare l’estradizione negli Stati Uniti. Meng, il direttore finanziario di Huawei, è accusata di frode bancaria con la finalità di permettere al colosso cinese di fare affari con l’Iran e la Siria, entrambi Paesi soggetti all’embargo Usa..
Huawei è il secondo produttore di smartphone al mondo ed è il più grande fornitore di apparecchiature di rete nel mondo ma, al momento, non può commercializzare i suoi smarphone o le sue soluzioni di rete negli Stati Uniti, perché bandita dall’amministrazione di Washington.