Il 2019 sarà senza dubbio ricordato come l’anno dei turbolenti rapporti fra Huawei e l’amministrazione americana. Per Huawei si è trattato di un anno di crescita ma non senza numerosi problemi da affrontare. Il più grande è stato quello dell’iscrizione nella Entity List americana, che al momento non permette al produttore cinese si intrattenere rapporti commerciali con l amaggior parte delle imprese degli Stati Uniti, fra cui Google.
Ma Huawei, come ha più volte dichiarato il suo fondatore, non si ferma. Al contrario, per recuperare il terreno perduto ha profuso notevoli sforzi nell’infrastruttura 5G, nell’espansione dei contratti con numerosi operatori mobili, ha rafforzato il marketing e realizzato – oltre agli smartphone – nuovi dispositivi tecnologici come smart TV, cuffie, smartwatch e indossabili.
Nella seconda parte dell’anno il produttore di Shenzhen ha presentato un nuovo sistema operativo, chiamato HarmonyOS, che in futuro potrebbe rappresentate una valida alternativa ad Android.
Di recente, Huawei ha lanciato un mastodontico progetto di sviluppo della sua App Gallery e dei servizi mobili, chiamati Huawei Mobile Services. La versione beta 4.0 dei Huawei Mobile Services è arrivata il 27 dicembre, presentata in occasione di un evento di Huawei Developer Groups (HDG). La versione beta di quella che è essenzialmente un’alternativa ai servizi mobili e ai servizi contenuti nel Google Play sarà pronta a breve e sarà ricca di nuove funzionalità.
I servizi di account, di pagamento in-app e quelli pubblicitari hanno ricevuto dalla nuova beta un notevole incremento di funzionalità. E ci sono anche nuovi pacchetti software come i servizi di smart learning nonché un nuovo servizio di gestione della sicurezza. Quest’ultimo promette integrità del sistema, sicurezza delle applicazioni e rilevamento di Url malevoli e utenti fake. Si tratta di uno sforzo necessario per migliorare l’immagine dell’azienda in termini di privacy e sicurezza delle comunicazioni.
Huawei ha anche confermato che il Push Kit, ossia la sua piattaforma di notifica e comunicazione, sta registrando grandi picchi di traffico, con oltre 38.000 applicazioni registrate e un volume di messaggi giornaliero superiore a 30 miliardi.
Qualche giorno fa, il CEO di Huawei ha sottolineato lo sforzo da parte dell’azienda per rafforzare il suo ecosistema software e in particolare l’obiettivo di creare alternative alle app di Google entro la fine del 2020. Come parte di tale sforzo, Huawei ha contattato gli sviluppatori delle 150 migliori app in India per cercare nuovi talenti e per invogliarli a implementare i servizi HMS e ad accedere all’app store Huawei.
Il produttore cinese, che ha tenuto di recente la prima convention dei propri sviluppatori a Milano, ha messo a disposizione 10 milioni di dollari per far crescere App Gallery e per creare app capaci non solo di girare sui propri smartphone ma anche su tutti gli altri dispositivi che utilizziamo nella nostra giornata.