Secondo il Financial Times, Huawei starebbe per costruire un impianto dedicato alla produzione di chipset che le permetterebbe di non essere più penalizzata dal ban americano né di dover fare affidamento sulle forniture della taiwanese TSMC. Il piano dovrebbe essere gestito dalla divisione ricerca e sviluppo del produttore di Shenzhen e sostenuto dal governo locale.
Inizialmente la fabbrica sarà in grado di produrre solo chipset a 45 nm che sono stati inizialmente introdotti nel 2007.
All’inizio di quest’anno Richard Yu, CEO della consumer business unit di Huawei, aveva rivelato che la società non sarebbe più stata in grado di produrre propri chip a causa dell’impossibilità di potersi appoggiare a fornitori chiave, in seguito alle limitazioni imposte dal Governo Trump.
La notizia, diffusa dal Financial Times, afferma che i chipset a 28 nm saranno prodotti entro la fine del 2021; entro il 2022, invece, Huawei sarà finalmente in grado di produrre chip a 20 nm, da impiegare nel business delle stazioni base 5G.
È altamente improbabile che l’azienda cinese possa nel breve produrre chipset utilizzabili su uno smartphone dove la tecnologia è ormai giunta al processo produttivo a 5 nm.
Tuttavia, molte fonti riportano che Qualcomm potrebbe presto ricevere una licenza speciale dall’amministrazione americana per poter lavorare con Huawei, fornendo i propri chipset al gigante cinese.