Il sito ITHome, citando l’analista Ming-Chi Kuo, riporta la notizia secondo la quale Huawei con “molta probabilità” intenderebbe vendere il marchio Honor.
Il motivo sarebbe chiaro: sotto la nuova proprietà Honor non sarebbe soggetta ai divieti commerciali imposti dagli Stati Uniti.
Ciò consentirebbe di acquistare chipset e hardware da fornitori che, attualmente, non possono intrattenere rapporti commerciali con Huawei (e per estensione con Honor). La strategia potrebbe addirittura fornire un’iniezione di popolarità al sub-brand di Huawei, permettendogli di costruire smartphone flagship più originali e indipendenti (oggi, per ogni telefono Honor c’è un’alternativa Huawei di fascia più alta o semplicemente di maggiore appeal).
Kuo sottolinea che una tale mossa sarebbe positiva per Honor, ma anche per tutti i fornitori di componenti e per l’industria dell’elettronica cinese nel suo complesso. Ma… c’è un grande “ma”.
La pubblicazione di questa notizia, da parte di ITHome, ha causato grande clamore, ed è stata cancellata dal sito nel giro di poche ore. Ora, tenendo conto che l’analista è un addetto ai lavori largamente rispettato da tutta l’industria del mobile, non rimangono che due riflessioni. O la notizia è vera, e in questo caso il sito potrebbe aver ricevuto forti pressioni per metterla off-line, oppure è falsa, e in questo caso saremmo davanti al primo grosso inciampo da parte di Ming-Chi Kuo.
C’è infine una terza via: hanno ragione entrambi. Huawei ci ha pensato, ha valutato pro e contro, ma poi ha deciso di desistere dalla vendita di Honor.