Le tese relazioni fra Usa e Cina degli ultimi due anni e la conseguente iscrizione nella lista nera di Huawei, avvenuta durante l’amministrazione Trump, hanno lasciato un segno profondo nel mercato degli smartphone.
Pochi giorni fa, poi, Xiaomi è stata accusata di essere una “azienda militare cinese comunista” e per tale motivo le società americane potrebbero ricevere presto il divieto di investirci.
Si è a lungo sperato (e creduto) che con la nuova amministrazione statunitense, presieduta dal presidente Joe Biden, si potesse assistere a un cambio almeno dei toni da parte degli Stati Uniti e a una stagione di relazioni più distese fra l’America e la Cina.
I segnali che giungono da Washington, però, non sono dei migliori, come riporta l’agenzia di stampa Reuters, secondo la quale il governo degli Stati Uniti “cercherà di aggiungere nuove restrizioni mirate su alcune esportazioni di tecnologie sensibili verso la Cina in collaborazione con gli alleati“.
L’informazione è stata divulgata da un anonimo alto funzionario statunitense prima che intercorresse la prima telefonata ufficiale del presidente Biden con il leader cinese Xi Jinping.
La nuova amministrazione statunitense dunque non farà retromarcia sui dazi commerciali imposti da Trump e prevede di “condurre intensi giri di consultazione con tutti i suoi alleati“. Inoltre, l’amministrazione Biden “assicurerà di non fornire tecnologia altamente sensibile in grado di far avanzare le capacità militari della Cina“.
Sebbene sia troppo presto per formulare ipotesi sulle possibili azioni della nuova amministrazione statunitense, sembra che siamo ancora molto lontani da qualsiasi possibile accordo distensivo fra le parti nel conflitto tecnologico che vede in campo le due super potenze.