Innovazione e fattori chiave del successo di Huawei nel 2024
Per alcuni, forse per molti, Huawei non dovrebbe più esistere da anni. Giudizi affrettati ascoltati e letti nel periodo seguito al ban del 2019, ne avevano decretato la fine. Un po’ prematuramente.
E invece, ci troviamo alla fine del 2024 a ripercorrere un anno di straordinarie innovazioni da parte del colosso di Shenzhen, pur in un contesto globale caratterizzato da sfide senza precedenti. L’azienda cinese non si è mai data per vinta, anzi ha dimostrato una notevole capacità di resilienza e adattamento, concentrandosi su due pilastri fondamentali: innovazione e miglioramenti. Questa strategia ha permesso a Huawei di mantenere una posizione competitiva nel mercato e di superare le restrizioni imposte dalle autorità statunitensi.
Un elemento cruciale nel successo di Huawei è stata l’innovazione nei propri prodotti, a partire da una nuova piattaforma software. Con il lancio di HarmonyOS NEXT, Huawei ha ridotto la propria dipendenza dai sistemi operativi più tradizionali (quelli americani tanto per parlare chiaro), abbracciando una soluzione proprietaria. Il nuovo OS, basato unicamente su componenti realizzati in Cina, offre funzionalità avanzate di intelligenza artificiale e sicurezza, promettendo un’esperienza utente superiore.
In parallelo, il lancio del Mate XT, il primo smartphone pieghevole tri-fold, ha catturato l’attenzione del mercato, sottolineando una volta ancora di più l’impegno dell’azienda nell’innovazione e nel design dei dispositivi. Con una tecnologia dual-hinge (a doppia cerniera) che consente aperture e chiusure fluide, questo dispositivo ha ottenuto riconoscimenti per il suo design innovativo, consolidando la reputazione di Huawei nel settore degli smartphone di alta gamma.
E anche sul fronte degli smartphone tradizionali, quello più profondamente ferito dalle restrizioni dell’amministrazione americana, Huawei si è difesa alla grande. Basta guardare il Mate 70, che incorpora funzionalità AI e prestazioni di eccellenza.
Con un significativo aumento delle prestazioni del 40% rispetto ai modelli precedenti e l’integrazione di funzioni AI come la condivisione dei file tramite gestures, la serie si posiziona come un riferimento in termini di innovazione tecnologica nel segmento degli smartphone premium.
Miglioramenti nella tecnologia dei chip
Discorso a parte merita l’argomento dei chipset, anch’esso limitato dal ban Usa. Qui Huawei ha dovuto prendere decisioni importanti per affrontare le sfide poste dalla crescente pressione delle autorità statunitensi. Consapevole delle limitazioni imposte, l’azienda ha optato per continuare a sviluppare chip basati sul processo a 7nm, evitando il passaggio immediato ai processi più avanzati a 6nm o 5nm. Questa scelta non solo ha garantito la stabilità della catena di fornitura, ma ha anche consentito il regolare rilascio del Mate 70, senza ritardi significativi.
Un esempio emblematico di questa direzione è il Kirin 9020, progettato per migliorare le performance di gaming e l’efficienza energetica rispetto al precedente Kirin 9010. La configurazione ottimizzata dei core prestazionali ha reso questo processore particolarmente potente per i nuovi modelli di Mate. Inoltre, l’Ascend 910C, attualmente in fase di test, rappresenta l’impegno dell’azienda per conquistare quote di mercato nella sfera degli chip AI, mirando a competere direttamente con i colossi come Nvidia.
Huawei ha chiarito – qualora ce ne fosse stato ancora bisogno – che andrà per la propria strada anche sul fronte dei chip, puntando all’autosufficienza tecnologica. Grazie a queste scelte, l’azienda si sta preparando ad affrontare le sfide future: ci vorrà tempo? Sì, probabilmente non poco, se dobbiamo credere alle parole del Ceo di ASML, che ha parlato di un ritardo di un decennio nella produzione dei chip cinesi rispetto alla tecnologia a cu può attingere l’Occidente. Anche in questo caso, tuttavia, la cautela è d’obbligo, perché le capacità finanziarie di Huawei potrebbero essere in grado di accelerare i tempi o, quanto meno, di sostenere la produzione anche con quantità di scarto che dalle nostre parti non sarebbero ipotizzabili.
E se nei mesi seguenti al maggio 2019 le dichiarazioni dei manager dell’azienda potevano essere lette solo come moti d’orgoglio, oggi, a quasi cinque anni dal ban di Donald Trump, Huawei è un’azienda rinata. E il suo Ceo, per il 2025, ci ha promesso che vederemo “prodotti inimmaginabili”. Anche i più scettici, questa volta, farebbero bene a riflettere, prima di giungere a conclusioni troppo frettolose.