Intervista a Benedetto Levi. Cellulare Magazine incontra il giovane Amministratore Delegato di Iliad Italia. E visita con lui – che si presenta in camicia bianca, jeans e Superga rosse; fare spigliato, sguardo attento e sorriso che fa da assist a due fossette sulle guance – gli spazi moderni e colorati dell’headquarters milanese, parlando dei primi otto mesi dallo sbarco sul mercato italiano e delle ultime novità.
Benedetto, alla vigilia del debutto di Iliad in Italia avevi una certa “ansia da prestazione”?
«Direi di no. Certo, sapevamo di lavorare su un progetto ambizioso, ma ci credevamo molto: eravamo convinti che “l’impresa Iliad” sarebbe andata bene».
Ed effettivamente sta andando bene, anche meglio delle previsioni…
«Sì, sta andando decisamente bene, molto bene. Nei primi 50 giorni abbiamo conquistato un milione di utenti, raddoppiati nei 50 giorni successivi. A settembre, ultimo aggiornamento che possiamo comunicare (Iliad è quotata in Borsa n.d.r.), gli utenti sono arrivati a essere 2,2 milioni. Sono numeri importanti, danno soddisfazione e ci motivano a continuare su questa strada con l’obiettivo di fare sempre meglio».
Pensi che a far da volano siano state le tariffe super convenienti?
«Sicuramente le tariffe a prezzi ben al di sotto gli standard del mercato italiano hanno giocato una parte importante, ma non l’unica e nemmeno la principale. È la trasparenza con cui Iliad si è presentata agli utenti l’aspetto che spiega e porta tanto seguito».
Dici?
«Sì. Con Iliad è tutto chiaro, semplice e diretto. Non ci sono sorprese che aspettano l’utente al varco, prendendolo alla sprovvista e mettendolo nella condizione di pagare cifre più alte rispetto a quelle originarie. Mi riferisco a rimodulazioni, clausole contrattuali dall’effetto boomerang, servizi pre-attivati, costi nascosti o balzelli misteriosi che saltano fuori all’improvviso e sempre a scapito dell’utente, tanto per fare qualche esempio. Iliad si è impegnata seriamente su questo fronte, a differenza degli altri operatori che si sono, sì, lanciati in tariffe e marchi low cost, ma sempre lasciando aree opache su costi nascosti e vincoli».
Ok trasparenza e convenienza… sulla qualità cosa mi dici?
«È l’altro pilastro su cui fa leva Iliad. La crescita degli utenti è esito di passaparola spontaneo, dovuto innanzitutto alla soddisfazione del servizio. D’altronde, senza qualità di rete e copertura, nessun utente rimarrebbe legato a un operatore, specialmente se non ha nessun vincolo, come è il caso di Iliad».
Per ora non è possibile per un utente Iliad modificare la propria tariffa, per esempio, per avere più Giga a disposizione. In futuro sarà possibile?
«Sì, contiamo di sviluppare questa funzionalità. In ogni caso le offerte lanciate finora sono tutte molto generose in termini di dati traffico e voce».
E sul roaming in 4G che cosa mi dici, arriverà?
«Al momento Iliad offre il roaming all’estero in 3G, ma sottolineo al momento: contiamo in futuro di offrirlo anche in 4G».
L’introduzione delle Simbox funziona o crea diffidenza negli italiani (in genere poco inclini ai canali automatici o virtuali)?
«Funziona alla grande. Sono molto intuitive, pratiche e immediate al punto che spesso le persone (di tutte le età, non solo i giovanissimi) le gestiscono in autonomia, lasciando al personale Iliad che affianca ogni postazione più una funzione di assistenza e supporto che di vendita».
Iliad intende estendersi, abbracciando la rete fissa?
«Le richieste ci sono, e tante, ma per ora l’intenzione è di concentrarsi sulla rete mobile. Perché l’approccio di Iliad vuole essere quello di fare una cosa alla volta per poterla fare bene, al meglio. Siamo in Italia da appena otte mesi e ci sono ancora molti progetti legati al mobile in cantiere, è prematuro, quindi, parlare di rete fissa. Vedremo più avanti».
Hai 30 anni, più o meno la metà dei tuoi pari a capo dei competitors di Iliad. Che effetto ti fa?
«Nessuno in particolare. Credo che ci fosse bisogno di ringiovanire e portare un po’ di novità in un settore da troppi anni statico. Mi rendo conto che, soprattutto in Italia, sia insolito essere alla guida a trent’anni. In un certo senso anche questo fa parte della rivoluzione di Iliad».