In questi anni il nostro rapporto con smartphone, tablet e pc è cambiato molto. Ormai non sono più strumenti accessori al servizio delle nostre attività ma una vera e propria estensione del nostro corpo e della nostra mente: insomma, un oggetto inseparabile.
Non si riesce più a farne a meno. In qualsiasi situazione è presente un dispositivo elettronico.
Non c’è dubbio che tutto questo influisca anche sul modo di relazionarsi tra le persone, portando con sé effetti collaterali come stress, scarsa capacità di concentrazione, superficialità ma anche straordinarie potenzialità di comunicare con gli altri, reperire informazioni, realizzare progetti e pensare.
Tuttavia, non bisogna demonizzare i nuovi media ma occorre capire come ormai siano parte di noi e farli diventare elementi di crescita. La telefonia sta cambiando molto anche il nostro modo di lavorare.
In questo senso è possibile parlare di ufficio mentale. La portabilità dei dispositivi digitali rende possibile lavorare ovunque e a qualsiasi ora. Non è un caso infatti che l’interesse di molti datori di lavoro si sia spostato dal tempo che il lavoratore passa in ufficio ai risultati ottenuti.
La flessibilità del lavoro è oggi una sorta d’imperativo dominante ma spesso si trasforma in maggiore stress per chi lavora. Se flessibilità significa poter scegliere quando e dove lavorare, il rischio è essere perennemente attivi senza abbandonare mai l’ufficio mentale. Ecco come la flessibilità potrebbe diventare negazione della libertà. Pertanto, è necessario trovare il giusto equilibrio nelle gestione quotidiana del proprio smartphone.