Ieri è stato il giorno dell’iPhone 7 che ha fatto il suo esordio in 30 Paesi del mondo. Per la prima volta anche l’Italia ha goduto della promozione in fascia A, lanciando in contemporanea con gli Stati Uniti. Al di là di alcuni toni trionfalistici letti qua e là, quest’anno non si sono verificate code per accaparrarsi l’ultimo modello degli smartphone Apple.
Sono cambiati i tempi, tutto avviene in modo più ordinato e tranquillo. Forse perché i soldi in tasca ai consumatori sono sempre troppo pochi. Forse perché anche Apple ha mutato la sua strategia di marketing della privazione, che quest’anno sembra essersi spostata, più che sui quantitativi complessivi, sui colori e sulle versioni.
Come già detto ieri, infatti, introvabile la versione “Jet Black”. Dovrebbe fare la sua ricomparsa addirittura non prima di novembre, e il Plus, senza prenotazione. Al di là di quello che è accaduto negli Apple Store domestici, dove l’interesse è stato comunque alto, qualche telefonata ai negozi di telefonia (mono e multimarca) è bastata per capire che non vi è stata alcuna corsa al nuovo gioiello. Poche, pochissime le prenotazioni, così come le vendite, che nei primi giorni si concentrano tradizionalmente nei punti Apple. C’è inoltre da tenere in considerazione che Wind e Fastweb non hanno ancora messo il dispositivo a listino. E la voce è che non lo faranno prima di ottobre.
Il modello più richiesto è iPhone 7 Plus. Il che fa ancora sorridere, considerando e ricordando le dichiarazioni passate di Cupertino sugli schermi grandi. Ma, tant’è, il mondo cambia. Così come le idee e le strategie. E poi, ricordate la favola della Volpe e dell’Uva? Ora non serve più.
Molto sociale l’idea di Apple di aprire una pagina Internet, dedicata agli Apple Store sparsi per il mondo. Così da regalare qualche attimo di notorietà a chi ha stretto per primo fra le mani uno dei nuovi smartphone.
Una cosa è certa: l’uscita di iPhone 7 rappresenta una boccata d’aria per tutto il settore. Quest’anno l’attesa e l’aspettativa sono duplici. Quella degli addetti ai lavori – da una parte – che si augurano un mercato autunnale più vivace di quello degli ultimi mesi. E quello della stessa Apple – dall’altra – che spera di mettersi da parte un anno difficile. Caratterizzato dal braccio di ferro con con l’Fbi in relazione alla richiesta di sblocco dell’iPhone del killer di San Bernardino e dalla recente decisione della Ue di richiedere alla società 13 miliardi di tasse non versate all’Irlanda.
Ritornare a far parlare i prodotti, soprattutto in un anno in cui si è puntato più alla concretezza dell’evoluzione tecnologica che ai lustrini e alle payettes, è la cosa migliore da fare.