Nonostante la situazione, Huawei ha recentemente visto rafforzarsi l’embargo statunitense sotto la guida del presidente Joe Biden. In altre parole, per il colosso cinese è sempre più difficile condurre le proprie attività commerciali, in particolare nel mercato degli smartphone.
Oggi Huawei non può installare i servizi di Google sui propri smartphone e ha anche grosse difficoltà a rifornirsi dai suoi fornitori a causa delle sanzioni di Washington. Il semplice fatto di fabbricare dispositivi diventa quindi complicato per la mancanza di componenti.
La strategia
Tuttavia, Huawei sembra avere un piano per aggirare l’embargo. Secondo fonti di Bloomberg esperte in materia, il gruppo di Shenzhen sta progettando un sistema di licenze attraverso il quale progetterebbe smartphone da concedere in licenza ad altre società che si occuperebbero della produzione.
Le terze parti si occuperebbero poi di ottenere i componenti necessari da fornitori con cui Huawei non ha più il diritto di collaborare. Bloomberg spiega che l’azienda prenderebbe in considerazione l’idea di affidarsi alle linee di produzione della società China Postal and Telecommunications Applicances Co. (PTAC), un’entità di proprietà dello Stato cinese.
Una delle sussidiarie di PTAC, Xnova, vende già smartphone contrassegnati con “Nova” (un brand di Huawei). In cambio di questa partnership, Xnova avrebbe anche il diritto di commercializzare smartphone con il proprio marchio, ma basati su design forniti da Huawei.
Grandi ambizioni
Apprendiamo anche che gli ingegneri Huawei hanno già iniziato a riorganizzare la disposizione dei componenti interni degli smartphone in modo che possano ospitare chip di Qualcomm o MediaTek, anziché Kirin.
Huawei punta quindi ad aumentare significativamente la produzione di smartphone per superare i 30 milioni di consegne nel 2022 unendo i dispositivi ancora prodotti in casa e quelli prodotti dalle partnership.
E Honor?
Questa informazione solleva anche alcune domande intorno al caso di Honor, ex filiale di Huawei che ha ottenuto l’indipendenza pochi mesi fa. Quest’ultimo potrebbe sfruttare questo sistema di licenze utilizzando i design progettati dalla sua ex casa madre, ma sfruttando i servizi di Google sui propri smartphone.