Entrato di prepotenza nel mondo della cronaca dopo il cambio di nome da Facebook a Meta, il Metaverso, insieme al mondo della Blockchain, rappresenta la nuova rivoluzione del Web 3.0. Possiamo infatti considerare l’avvento di Internet come la nascita del Web 1.0 e la successiva esplosione dell’e-commerce e dei social network come la consacrazione del Web 2.0. Anche le forme embrionali di “Metaverso” come ad esempio Fortnite, World of Warcraft, Roblox e Second Life fanno parte del web 2.0 e si contrappongono ai nuovi mondi virtuali basati su Blockchain come Decentraland e The Sandbox, giusto per citare i più famosi.
Value creation in the Metaverse: la ricerca
Secondo la ricerca del noto analista McKinsey (qui potete scaricare il report completo in inglese) il Metaverso è un trend che potrebbe generare 5 trilioni di dollari di revenue entro il 2030 e, sempre entro il 2030, il 50% degli eventi attualmente dal vivo potrebbero spostarsi nei mondi digitali. La nuova rivoluzione impatterà tutte le attività quotidiane, non solo gaming dunque, interessando anche e-commerce, advertising, retail, media, trasporti e perfino la medicina.
Gli investimenti nel Metaverso
Per capire quanto sia importante il Metaverso per le aziende basta seguire gli investimenti. Nei primi cinque mesi di quest’anno sono stati investiti 120 miliardi di dollari, più del doppio dei 57 miliardi investiti nel 2021 e dei 29 miliardi spesi nel 2020. Senza contare che la neonata Meta di Mark Zuckerberg ha speso oltre 10 miliardi per la sua divisione di ricerca dedicata alla realtà virtuale e Microsoft ha sborsato 69 miliardi per acquisire Activision Blizzard e il suo know-how legato ai mondi virtuali. Un trend in accelerazione verticale che oggi è guidato dalle aziende hi-tech ma di forte interesse anche per molti altri settori. Per quanto riguarda le revenue previste nel 2023, circa 2-2,5 trilioni di dollari riguarderanno l’e-commerce, 108 miliardi sono attesi dal gaming e 170 miliardi saranno legati all’istruzione e alla formazione. Secondo il il 95% dei manager intervistati nella ricerca l’impatto del Metaverso si farà sentire nei prossimi 5-10 anni. Non domani, dunque, ma nemmeno in un futuro da fantascienza. Un requisito fondamentale è però legato alla partecipazione degli utenti. Per avere successo i Metaversi dovranno interessare un grande numero di persone altrimenti rimarranno un settore di nicchia e perderanno l’attuale appetibilità.
Metaverso: da 2.0 a 3.0. Cosa cambia?
Un altro punto fondamentale è capire cosa comporterà il passaggio al Web 3.0 e ai nuovi mondi virtuali basati su Blockchain. Se pensiamo ai Metaversi di generazione 2.0 come Fortnite o Second Life è facile capire che la grande differenza è legata alla decentralizzazione e alla creazione di contenuti. Nel Metaverso 3.0 si è proprietari dei propri asset digitali che possono essere venduti tramite transazioni sulla Blockchain e quindi convertiti in valuta Fiat. Uno snodo fondamentale che fornisce anche ai creatori di contenuti un balzo in avanti fondamentale. Tutti i contributi che prima venivano forniti gratuitamente alla community adesso hanno un valore sotto forma di NFT e possono essere commercializzati. Il Metaverso apre poi a una nuova forma di governance, simile a quella che ritroviamo nelle criptovalute, e quindi a una gestione più democratica rispetto ai modelli centralizzati. Infine, il Metaverso potrebbe cambiare alcuni modelli di business, come quello degli app store, oggi saldamente nelle mani di Apple e Google, e che è in passato ha portato a lotte legali tutt’ora in corso, come quella tra Fortnite e Apple.
Come sarà il Metaverso?
Ad oggi non abbiamo idea di come sarà realizzato il Metaverso in un prossimo futuro e le versioni che conosciamo oggi potrebbero presto diventare obsolete. Quello che è certo è che non sarà legato solo alla realtà virtuale e ai visori dedicati e potrebbe interessare anche alcuni dei nostri “sensi” che oggi non prendiamo in considerazione. Tra le nuove applicazioni spiccano infatti anche guanti aptici per “sentire gli oggetti” tramite avanzati sistemi a ultrasuoni ma anche per avere accesso a tastiere virtuali. Nelle ultime settimane i Reality Labs di Facebook hanno rilasciato un interessante video che mostra una fase embrionale di questa tecnologia. Non sono da escludersi nemmeno soluzioni più drastiche e invasive che riguarderanno la nostra corteccia neurale, si vedano ad esempio i passi avanti fatti da Neuralink, l’azienda di Elon Musk che studia l’interazione tra il nostro cervello e il mondo digitale. Difficile comunque prevedere il futuro, anche perché ad oggi, come sottolinea Yosuke Matsuda, CEO di Square Enix, «l’unico limite del Metaverso è l’immaginazione dei suoi creatori».