La realtà virtuale non è più un’esclusiva destinata a pochi eletti. Dopo aver debuttato sugli schermi degli smartphone ed essere approdata su console, (con la Playstation 4) e su computer (HTC Vive e altri,) da qualche mese è disponibile anche nella nuova edizione di Oculus Quest in versione “stand alone”, ovvero con occhiali dotati di visore integrato e senza l’ausilio del collegamento al Pc, che rimane comunque opzionale.
Oculus Quest 2 – la vendetta
Tutto quello che serve è stato infatti già inserito negli Oculus Quest 2, a partire da un processore Snapdragon 865 (in versione ottimizzata per gli Oculus) e da 6 GB di Ram. Fiore all’occhiello di questa nuova versione il display Lcd con risoluzione di 1.832×1.920 pixel per occhio e refresh rate a 90 Hz. La batteria è integrata e permette circa due o tre ore di utilizzo, più che sufficienti per stancarsi prima di riporre il visore in carica.
Rispetto al primo modello di Oculus è stata dunque aumentata la Ram e migliorato il processore, oltre alla risoluzione del visore che però è passato da Oled a Lcd. In molti hanno criticato questa scelta, (che per la verità non mi vede d’accordo, visto che si contengono i costi senza perdere praticamente nulla) ma è comunque un problema relativo: il primo visore non è più disponibile e che questo secondo modello è praticamente superiore in tutto il resto.
Design ed ergonomia
Per quanto riguarda l’ergonomia del visore non ci sono soluzione tecniche di rilievo. Si indossa in maniera classica grazie alla tripla cinghia (due laterali e una sopra la nostra testa) e prevede un tasto di accensione/spegnimento (sulla destra), un bilanciere per il volume (in basso a destra) e un ingresso Usb Type-C che permette di ricaricare la batteria integrata. In più ci sono sia gli speaker sia l’ingresso da 3,5 mm per le cuffie. Chi era abituato come me al visore con smartphone, molto più leggero, all’inizio faticherà ad abituarsi ai 503 grammi di peso, per di più sbilanciati in avanti. Si tratta però di una questione d’abitudine. La sensazione di disagio sparisce dopo qualche sessione. Per quanto riguarda la messa a fuoco c’è invece la possibilità di spostare le due lenti all’interno di tre posizioni predefinite. Una soluzione comoda, anche se rimane la sensazione che questo visore, probabilmente a causa del peso, sia leggermente più scomodo rispetto ai Samsung Gear. Anche in questo caso si tratta però di un paragone futile, visto che Samsung ha interrotto il supporto e la produzione dei suoi visori.
I controller
Il grande valore aggiunto sono invece gli ottimi controller compresi in confezione, incredibilmente ergonomici e in grado di diventare ben presto delle vere e proprie estensioni delle mani grazie a un sistema di rilevamento perfetto. Si vede che l’esperienza con gli Oculus di precedente generazione è servita, ora sono meno “fighetti” ma funzionano perfettamente. I controller permettono di accedere a un livello superiore di interazione nei giochi e nelle simulazioni. Si trasformano in mani virtuali all’interno di una stazione spaziale in assenza di gravità o in un un arco medievale o una balestra, con cui lanciare dardi mortali ai nemici. Insomma, sempre preziosi in svariate situazioni, con il solo limite della fantasia degli sviluppatori.
Giochi e simulazioni
Una piccola premessa. Ad oggi la realtà virtuale si regge su almeno tre segmenti fondamentali: le simulazioni (video interattivi e non), i videogiochi classici e la parte cinematografica.
Le mie preferenze, almeno fino a quando utilizzavo i Samsung Gear VR, erano rivolte soprattutto alle simulazioni; i giochi erano ancora troppo acerbi, fatta qualche rara eccezione. Purtroppo in questo campo non ci sono stati significativi miglioramenti. Le migliori “simulazioni” sono ancora quelle legate all’universo di Jurassic Park con un nuovo filmato e l’imperdibile Titans of Space qui in versione migliorata (mica tanto…) ma a pagamento.
Di contro, c’è stato un significativo incremento della qualità videoludica, segno evidente che sarà questo il segmento trainante nei prossimi anni. Anche se il livello grafico non è ancora paragonabile dal punto di vista grafico alle moderne produzioni, la componente virtuale regala un gusto unico e inatteso, impagabile o quasi per chi si approccia per la prima volta a questa tecnologia. Certo, la comparsa dei controller ha reso i giochi molto più frenetici. Lo stile di gioco si avvicina più a quello di una console Wii, visto che la maggior parte dei titoli costringe a muoversi a 360 gradi, mulinando i controller destra e manca per simulare l’arma del momento. Una virata “action” che appagherà certamente i giovanissimi, un po’ meno chi cerca esperienze già ragionate e simulative, ma lo store offre sempre qualche novità in arrivo.
I migliori titoli videoludici dedicati
Tra i titoli migliori (a proposito, si scaricano dallo store di Oculus, anche direttamente dal visore) impossibile non citare l’ottimo Jurassic Park Aftermath, uno stealth game con grafica il cel-shading, o Star Wars Vader Immortal per chi si vuole calare nel sempre iconico ed evocativo mondo creato da George Lucas. Chi ama gli sparatutto bellici in multiplayer troverà invece pane per i suoi denti con Onward, un titolo che ricorda tanto l’immortale Counter Strike. Per le emozioni forti (evitate se deboli di cuore) basta invece immergersi nelle atmosfere horror di The Walking Dead- Saints & Sinner. Infine gli appassionati di giochi di ruolo possono godersi le atmosfere cupe di In Death Unchained, un vero e proprio GDR in stile Angband che ricorda molto da vicino la serie Dark Souls. Insomma, veri e propri giochi con prezzi che vanno dai 19.00 ai 39,99 euro.
Film e simulazioni
Tra le migliori simulazioni disponibili, oltre ai classici già citati in precedenza, sono assolutamente da non perdere gli ottimi Job Simulator e le sempreverdi montagne russe di Epic Roller Coaster.
Un capitolo a parte merita invece il discorso film. Con Oculus Quest 2 è possibile vedere sia Netflix sia YouTube con il vantaggio di avere di fronte agli occhi uno schermo di oltre 200 pollici. Se riuscite a trovare la posizione corretta (potete anche coricarvi guardando il soffitto, così smorzerete il peso degli occhiali) potete gustarvi film e serie tv comodamente distesi sul divano. La realtà virtuale, inoltre, aumenta esponenzialmente l’effetto 3D che, con il visore, risulta più appagante e godibile rispetto alla visione tradizionale. Al momento l’accesso ai film 3D non è permesso per gli account italiani ma è possibile gustare i trailer all’interno di un cinema virtuale. Un’esperienza che dovete assolutamente provare, non ve ne pentirete.
Conclusioni
Ad oggi nessun concorrente è in grado di offrire un’esperienza virtuale di questo livello, in totale mobilità e a questo prezzo. I 349 euro necessari per acquistare la versione del visore con 64 GB di storage, (ne esiste anche una con 256 GB di Ram che costa 449 euro) sono infatti davvero invitanti.
Ad oggi rappresentano il prezzo di uno smartphone con quelle caratteristiche, cui vanno aggiunti il visore, le lenti e i due controller. Per darvi un’idea, poi, il primo modello di Samsung Gear VR costava intorno ai 120 euro, cui si dovevano aggiunger i soldi dello smartphone, quasi 1.000 euro all’epoca per il Note 4. Il visore della Playstation 4 oggi costa 300 euro ma veniva venduto a 400 euro al lancio, a cui sommare il prezzo della console.
In più è possibile contare su un parco titoli significativo che copre ormai quasi tutti i generi videoludici. Alcune simulazioni sono davvero imperdibili per impatto emotivo e non mancano tantissimi video da godere a 360 gradi. Per non parlare dei film (anche in 3D) da gustare su Netflix e sulle piattaforme dedicate.
Insomma, un sfizio che vi proietterà in un futuro meraviglioso, capace di stupirvi come poche cose hanno fatto. Fidatevi, la realtà virtuale è davvero un mondo a parte, un’esperienza da provare almeno una volta nella vita. E vale anche per i più scettici…