Dal 2000 è l’alternativa gratuita al pacchetto Office di Microsoft. OpenOffice, software sviluppato da Apache Software Foundation e abbreviato in OOo (dalla vecchia denominazione OpenOffice.org), ha però conosciuto tempi migliori. Dal 2015 è iniziato il suo lento declino, almeno per quanto riguarda la comunità di volontari al suo servizio e che anni fa, contrariamente a quanto accade oggi, garantiva aggiornamenti continui, soprattutto per quanto riguardava la sicurezza.
A renderlo noto è Dennis Hamilton, Vice Presidente volontario di Apache OpenOffice, che ammette la delicatezza del momento. Non è un caso che nel 2015 gli utenti OpenOffice abbiano beneficiato di un solo aggiornamento. Nel 2016 sta andando ancora peggio con un numero di upgrade praticamente nullo. Il tempo che intercorre infatti fra le prime notifiche inviate al team su falle nella sicurezza e il momento in cui le patch più adeguate vengono rilasciate è sempre maggiore.
A determinare questa situazione ci ha pensato LibreOffice, principale antagonista di OpenOffice di cui conserva la gratuità. Se al momento gli utenti OOo sono circa 29 milioni, il suo principale concorrente può vantarne addirittura 100. LibreOffice può inoltre contare su una maggiore risonanza a livello mediatico: è preinstallato in molte distribuzioni Linux ed è l’applicativo per ufficio scelto dal Ministero della Difesa Italiano.