Qualcomm ha introdotto il suo primo scanner di impronte digitali ad ultrasuoni nel dicembre 2018. Al CES 2021, l’azienda ha presentato il suo modello di seconda generazione che rappresenta un importante passo in avanti di questa tecnologia.
Un miglioramento necessario perché i sensori ottici della concorrenza sono diventati estremamente precisi nel corso del tempo.
A differenza degli scanner ottici di impronte digitali realizzati con una minuscola fotocamera incorporata, le unità 3D Sonic di Qualcomm funzionano in modo completamente diverso affidandosi alle onde ultrasoniche per eseguire la scansione dell’impronta digitale rivelandosi tecnicamente più avanzate rispetto alle loro controparti ottiche. Lo scanner di impronte digitali 3D Sonic di Qualcomm esegue la scansione di caratteristiche 3D come avvallamenti e pori del dito al fine di fornire un’immagine estremamente accurata.
Lo scanner di impronte digitali in-display 3D Sonic di seconda generazione di Qualcomm si rivela più sottile, misurando solo 0,2 mm di spessore, il che renderà felici i produttori finali che non dovranno ingegnarsi per inserirli all’interno dei propri smartphone. Abbiamo poi a che fare con un sensore molto più grande del suo predecessore in termini di area tanto da toccare il 77%.
Il sensore Qualcomm 3D Sonic Gen 1 era 4x9mm (superficie 36mm2) mentre il modello di seconda generazione, offrirà un sensore 8 × 8 (64mm2).
Una delle caratteristiche più importanti di uno scanner di impronte digitali è la sua velocità e il Qualcomm 3D Sonic di seconda generazione sarà il 50% più veloce del suo predecessore.
Ottico vs ultrasonico
La stragrande maggioranza dei produttori utilizza scanner ottici di impronte sin da quando sono stati rilasciati. Al contrario, Samsung ha utilizzato lo scanner di impronte digitali 3D Sonic di prima generazione di Qualcomm in ogni top di gamma.
Sarà sicuramente interessante vedere come si evolverà il mercato. Samsung sarà probabilmente la prima ad utilizzarli sulla la serie Galaxy S21.